Opinioni
Due parole sui commenti
Filippo Suessli
3 anni fa

Cari utenti. Avete ragione, una spiegazione trasparente sulle nuove modalità di gestione dei commenti è necessaria e dovuta. Nel tentativo di mantenere il tenore dei commenti sotto controllo abbiamo imposto delle limitazioni, riducendo il numero di articoli commentabili, per permettere alla redazione di Ticinonews di avere un controllo più puntuale di questo spazio. Uno spazio che tanto io quanto il direttore della testata abbiamo sempre ritenuto un valore aggiunto. Ma lo è fintanto che si possono leggere delle discussioni costruttive.

Quali sono i criteri che ci spingono a scegliere cosa lasciare commentabile e cosa no? Non abbiamo un criterio matematico, la decisione è soprattutto lasciata alla sensibilità del giornalista e alle discussioni interne alla redazione. Come avrete notato evitiamo di rendere commentabile l’aggiornamento giornaliero della situazione epidemiologica, questo perché per un anno abbiamo letto i vostri commenti sotto questi numeri e la situazione è sfuggita di mano quasi ogni giorno. Non ci interessa e non credo interessi agli altri lettori (tanti sono quelli che ci leggono senza commentare) scorrere decine di commenti basati sul tifo per una visione o un’altra della realtà.

Abbiamo ridotto il numero di interviste commentabili. Perché il nostro lavoro è spesso intervistare le persone e difficilmente qualcuno che apparirà su Ticinonews venendo insultato da persone a cui noi concediamo questo spazio e a cui noi concediamo di mantenere la protezione di un nickname accetterà nuovamente di essere intervistato da noi. Ragionamenti simili vengono fatti per gli altri articoli.

La redazione di Ticinonews è una redazione piccola ma penso di poter dire appassionata, che ogni giorno fa questo lavoro nella speranza di fornirvi il meglio che riesce a fare. Capita spesso di non farlo, lo sappiamo e cerchiamo di migliorarlo, ma ci mettiamo tutto il nostro impegno. Quindi sì, fa anche male leggere che siamo una “vergogna”, “giornalai”, “venduti”, “schiavi di questo o di quello”. Ma se continuate a leggere questi commenti, è perché non li cancelliamo e non ci sogneremmo di denunciare chi insulta noi.

Diverso è quando gli insulti (ma anche alcuni sberleffi, sinceramente evitabili) sono rivolti ad altre persone. Che siano consiglieri comunali o federali, lavoratori indigeni o frontalieri, politici di destra o di sinistra, lupi o allevatori. A loro, e a tutti i lettori di Ticinonews, dobbiamo garantire che i toni rimangano rispettosi, che il nostro sito non sia il luogo dove tutto è permesso. È nostro compito tutelare la loro personalità e questo anche per proteggere noi da eventuali querele.

Sicuramente qualcuno mi risponderà: “ma quel commento è ancora lì”, “ma sotto quell’articolo è stato così”. È sicuramente vero, e chi lo scriverà ha sicuramente ragione. Ci sfugge tanto e sicuramente troppo. È quello che capita in una piccola redazione che non può arrivare dappertutto e non può arrivarci subito.

Ecco, vi ho detto la mia. Ora a voi crederci e scegliere se accettarla o meno. Io continuerò a impegnarmi nel cercare di garantire questo spazio di discussione e allo stesso tempo che i miei collaboratori possano dedicarsi a lavorare senza dover rincorrere insulti e discussioni fuori controllo, avendo così il tempo di fare un lavoro migliore. Se riterrete che quello che facciamo, invece, è una intollerabile censura, dettata e pagata da chissachi, che dirvi? Il web è pieno di occasioni per esprimere la propria opinione, mettendoci o meno la faccia.

A voi tutti la migliore delle giornate.

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