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Nuove tensioni attorno all’Ucraina, perché ora?
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Keystone-ats
3 anni fa
Gli esperti citano diverse possibili cause che vanno dalla decisione di Kiev di bandire tre emittenti tv ritenute filo-Cremlino alla presunta volontà del presidente russo Vladimir Putin di soffiare sul fuoco del patriottismo

L’Ucraina è tornata al centro del duello tra Mosca e Occidente. Le notizie di migliaia di soldati russi concentrati non lontano dai confini ucraini e di violazioni sempre più frequenti della tregua nel Donbass hanno provocato nuove tensioni internazionali e hanno accresciuto i timori di una nuova impennata delle violenze nel sud-est ucraino. Ma perché proprio adesso?

Gli esperti citano diverse possibili cause che vanno dalla decisione di Kiev di bandire tre emittenti tv ritenute filo-Cremlino alla presunta volontà del presidente russo Vladimir Putin di soffiare sul fuoco del patriottismo per riportare in alto il consenso attorno al governo in vista delle elezioni parlamentari di settembre. Marina Vorotnyuk, analista del think tank Rusi, spiega al “Guardian” che l’aumento delle tensioni potrebbe servire a Mosca per “distogliere l’attenzione da Navalny”, l’oppositore numero uno di Putin finito dietro le sbarre non appena ha rimesso piede in Russia di ritorno da Berlino, dove era stato curato per un avvelenamento per il quale si sospettano gli 007 del Cremlino.

La carcerazione di Navalny ha provocato proteste in Russia, ma in vista delle elezioni di settembre Putin ha bisogno di consolidare la sua popolarità, che l’anno scorso ha toccato il punto più basso di sempre, 59%, e quella del suo partito. Per questa ragione, c’è chi non esclude che per raccogliere più voti il Cremlino possa voler rafforzare il patriottismo presentandosi all’elettorato come difensore dei russofoni del Donbass. Tra le ipotesi più diffuse vi è poi quella che Mosca voglia mettere alla prova il nuovo presidente americano Joe Biden per vedere fino a che punto sia pronto ad appoggiare l’Ucraina, soprattutto dopo i dissapori sorti con Washington dopo che Biden ha detto di ritenere il leader russo “un assassino”. Mentre l’esperto militare Aleksandr Golts, ripreso da Afp, sottolinea che Mosca usa le tensioni come “strumento di trattativa diplomatica con l’Occidente”.

I nuovi movimenti di truppe in Russia occidentale potrebbero però essere pure una reazione alle ultime iniziative del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il capo di Stato ha trionfato alle presidenziali del 2019 promettendo che avrebbe fatto tutto il possibile per mettere fine alla guerra nel Donbass, dove Mosca è accusata di sostenere i separatisti con armi e combattenti. Ma di fronte alla situazione di stallo ha adottato da qualche tempo misure più decise contro il Cremlino: ha sanzionato Viktor Medvedchuk, il leader del partito Piattaforma d’opposizione-Per la vita, considerato il principale alleato di Putin a Kiev, e ha bandito tre emittenti tv ritenute legate all’oligarca.

Molti esperti pensano che al momento uno scontro aperto sia improbabile. “Se la Russia avesse voluto attaccare, presumibilmente non avrebbe pubblicizzato i movimenti delle truppe”, scrive Leonid Bershidsky per Bloomberg. “Tuttavia - rimarca Maxim Samorukov del Carnegie Center - l’assenza di motivi razionali per una guerra non esclude che la crisi possa sfuggire al controllo accidentalmente”.

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