Estero
Negativi al sierologico, ma immuni
Foto Repubblica e Cantone Ticino/Elizabeth La Rosa
Foto Repubblica e Cantone Ticino/Elizabeth La Rosa
Keystone-ats
4 anni fa
Una ricerca svedese rivela che potrebbe esserci un’altra forma di immunità al Covid-19 che non viene mostrata dai test sierologici

Fino a questo momento i risultati dei test sierologici in Europa, danno una percentuale minima della popolazione protetta dal Covid-19, ma in realtà gli immuni potrebbero essere molti di più, forse il doppio. A suggerirlo è uno studio svedese, secondo cui anche in chi, dopo essere entrato in contatto con il virus, non ha sviluppato le immunoglobuline (Ig) specifiche, quelle cercate dai test sierologici, potrebbe essere comunque presente una protezione dovuta ad un altro tipo di cellule immunitarie.

La ricerca del Karolinska Institut di Stoccolma, pubblicata per ora solo su un sito di preprint, ha analizzato le cosiddette cellule T, che fanno parte dei globuli bianchi e che sono specializzate nel riconoscere e distruggere i virus con un meccanismo diverso rispetto alle immunoglobuline. Nello studio sono stati analizzati campioni di più di 200 persone, molti dei quali asintomatici, scelti tra i pazienti dell’istituto e tra i familiari oltre che su un campione di donatori di sangue.

“Le cellule T sono una parte essenziale del sistema immunitario - spiega Marcus Buggert, uno degli autori -. Il nostro risultato indica che circa il doppio delle persone hanno sviluppato l’immunità mediata dalle cellule T rispetto a quelle in cui sono stati trovati gli anticorpi con i test sierologici”. Il risultato potrebbe avere implicazioni importanti per la salute pubblica. “Una osservazione interessante è che non erano solo le persone con Covid-19 confermato ad avere l’immunità delle cellule T, ma anche molti dei familiari esposti asintomatici.

Inoltre il 30% dei donatori che hanno donato il sangue a maggio avevano le cellule T specifiche, una percentuale molto maggiore di quanto abbiano mostrato i test sierologici. Lo studio indica che l’immunità pubblica al Covid-19 sia significativamente più alta di quanto i test suggeriscano - afferma Hans-Gustaf Ljunggren, un altro autore -. Se verrà confermato sarebbe un’ottima notizia dal punto di vista della salute pubblica”.

Al momento, afferma il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), in nessun paese Ue si è andati sopra il 10% della popolazione “coperta” dalle immunoglobuline, con percentuali che variano tra il 2% e l’8,5%.

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