Estero
La Grecia continua a bruciare, nuove evacuazioni
Keystone-ats
3 anni fa
Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis è arrivato nel luogo di devastazione nel nord di Atene, dove migliaia di persone hanno dovuto lasciare le proprie case. Nel frattempo scattano nuovi ordini di evacuazione: all’isola di Evia abitanti evacuati via mare

Nelle scorse ore è giunto anche il primo ministro Kyriakos Mitsotakis sul luogo della devastazione nel nord di Atene, messo sotto assedio dagli incendi aggressivi al punto da minacciare abitazioni e costringere migliaia di persone a lasciare le proprie case lambite dalle fiamme. Mitsotakis, guidato dal capo della protezione civile Nikos Hardalias, ha avuto il gravoso compito di dare il via alla conta dei danni, mentre continua la corsa contro il tempo con un dispiegamento massiccio di mezzi di soccorso, per tentare di arginare il fuoco che ha già distrutto ettari di foresta urbana e, causa anche le temperature record di questi giorni in Grecia, non accenna a quietarsi.

Le infrastrutture vitali hanno retto
“Grazie al cielo non ci sono state vittime, il sistema di evacuazione ha funzionato e le infrastrutture vitali hanno retto”, ha constatato Mitsotakis a Varibobi, una delle zone più colpite, insieme con Thrakomakedones, Adames, il Villaggio Olimpico e Kryoneri: sono i quartieri che per due giorni sono stati attraversati dalle lingue di fuoco, lasciando una scia di paura che ancora non può del tutto rientrare. Si prospettano infatti ancora giornate con temperature sopra la media, la peggiore ondata di calore da anni per la Grecia. Saranno “giornate dure”, ha sottolineato Mitsotakis, “per questo vi chiedo di rimanere vigili, di modo che i danni, da questo punto, siano il più possibile contenuti”.

L’isola di Evia lambita dalle fiamme
Così scattano nuovi ordini di evacuazione: gli ultimi in ordine di tempo riguardano centinaia di persone sull’isola di Evia, che con l’allarme lanciato dalle campane della chiesa hanno lasciato le loro case e in molti sono stati evacuati via mare. Secondo testimoni sono almeno 150 le case distrutte sull’isola dal violento incendio che ha circondato il monastero di San Davide e una dozzina di villaggi. Tre monaci hanno rifiutato di abbandonare il monastero. Residenti e turisti hanno lasciato anche Koulouros, Marouli, Rovies e Palaiohor. Nella gran parte delle località si combatte da giorni: servizi di soccorso e vigili del fuoco sono dispiegati in maniera massiccia ed in campo c’è anche un esercito di volontari. Nelle prime ore del mattino si sono aggiunti - riportano i media greci - cinque velivoli antincendio e nove elicotteri ai già ingenti mezzi impiegati nell’area boschiva a nord di Atene, mentre si attendono rinforzi pure da Cipro e quelli inviati dall’Ue. E adesso il fuoco minaccia anche il parco naturale di Tatoi, dove l’ex famiglia reale greca aveva la sua residenza estiva. Le immagini che giungono dall’isola sono impressionanti.

Roghi ancora attivi in Turchia
La corsa contro il tempo per salvare il salvabile dalle fiamme continua anche in Turchia dove, per l’ottavo giorno consecutivo, si contano ancora 16 roghi attivi.

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