Estero
La Cina accusa il G7: “Manipolazione e interferenza”
Foto Twitter Joe Biden
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Redazione
3 anni fa
Pechino non ha apprezzato la posizione dei sette grandi relativa alla questione degli uiguri dello Xinjiang e chiede di non politicizzare l’origine del coronavirus

La Cina ha accusato oggi il G7 di “manipolazione politica” e “interferenza” nei propri “affari interni” alla luce della posizione espressa ieri dal Gruppo sulla questione dei diritti umani nello Xinjiang e ad Hong Kong. “Il Gruppo dei Sette (G7) sfrutta le questioni relative allo Xinjiang per dedicarsi alla manipolazione politica e interferire negli affari interni della Cina, noi ci opponiamo fermamente a questo”, ha fatto sapere un portavoce dell’ambasciata cinese nel Regno Unito.

Nella dichiarazione finale del loro incontro in Cornovaglia i leader dei G7 si erano detti d’accordo nel voler adottare una linea più dura contro la Cina riguardo a quelle che vengono definite “pratiche commerciali sleali”, citando anche la questione dei diritti umani, in particolare la repressione politica a Hong Kong e, come già detto, contro la minoranza uigura nello Xinjiang.

Non ‘politicizzare’ origine
L’origine sull’epidemia del Covid-19 “è una questione scientifica”. La Cina “ha sempre mantenuto un atteggiamento aperto e trasparente e ha assunto un ruolo guida nella cooperazione sulla sua tracciabilità con l’Oms”. Un portavoce dell’ambasciata cinese a Londra, in risposta al comunicato finale del G7, ha obiettato che non bisogna “politicizzare”, ma seguire un lavoro svolto in “modo scientifico, obiettivo ed equo”, glissando sulla richiesta di nuova indagine. “Il gruppo di esperti Cina-Oms ha condotto ricerche in modo indipendente, scrivendo rapporti indipendenti, seguendo le procedure dell’Oms e adottando metodi scientifici”. L’attuale epidemia, si legge ancora nella lunga dichiarazione in cinese postata sul sito dell’ambasciata a Londra quando a Pechino si osserva la festività del ‘Dragon boat’, “sta ancora imperversando in tutto il mondo e il lavoro di tracciabilità dovrebbe essere svolto dalla collaborazione di scienziati di tutto il mondo e non dovrebbe essere politicizzato”.

I politici negli Stati Uniti e in altri Paesi “ignorano i fatti e la scienza, mettono in discussione e negano apertamente le conclusioni del rapporto del gruppo di esperti congiunto e fanno accuse irragionevoli contro la Cina, deviando completamente dallo spirito della scienza, che sono tipiche manipolazioni politiche. I Paesi rilevanti usano persino le agenzie di intelligence per rintracciare la fonte e il suo scopo politico è chiaro. Ciò può solo ostacolare la cooperazione per la tracciabilità globale e va contro il desiderio della comunità internazionale di combattere l’epidemia in modo solidale”. La Cina continuerà a svolgere attivamente la cooperazione internazionale sulla “tracciabilità” che dovrebbe “basarsi su una prospettiva globale e deve essere svolto in più Paesi”. Il coronavirus è emerso per la prima volta in Cina alla fine del 2019 e l’Oms ha inviato un team di esperti internazionali a gennaio per sondarne le origini: il loro rapporto, la cui pubblicazione è stata a lungo ritardata, non è giunto a conclusioni definitive e da allora l’indagine ha subito critiche per la mancanza di trasparenza e di accesso ai dati.

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