Estero
L’Asia si prepara alla terza ondata
Keystone-ats
3 anni fa
In Europa i casi scendono e così il continente tira un po’ il fiato cercando di stabilizzare i numeri in vista del tanto temuto Natale

L’indice Rt di diffusione del coronavirus scende nel Regno Unito sotto la soglia di 1 per la prima volta da agosto e l’Europa tira un po’ il fiato, puntando sui lockdown variamente assortiti per mettere in parziale sicurezza la curva dei contagi in vista del temutissimo Natale che rischia di dare il la all’altrettanto temuta terza ondata. Che in Asia, in anticipo rispetto al trend europeo, sembra già in arrivo.

La buona notizia giunta oggi dalla Gran Bretagna parla di un livello medio dell’indice di contagio fra 0,9 e 1 (contro 1-1,1 delle ultime settimane): un segnale confortante trainato dal lockdown bis imposto dal governo Tory in tutta l’Inghilterra a partire dal 4 novembre e fino al 2 dicembre prossimo. E il lockdown si conferma la via maestra anche per l’Irlanda del Nord, dove riparte oggi per due settimane dopo il fallimento di un approccio più soft. In Irlanda, uno dei Paesi Ue a reimporre per primi misure restrittive stringenti sei settimane fa, dalla prossima settimana riapriranno ristoranti, negozi e palestre. La crescita esponenziale della curva è stata quindi interrotta in molti Paesi Ue ma, come ha ricordato ieri la cancelliera tedesca Angel Merkel dopo la proroga al 20 dicembre del semi-lockdown, resta ancora a un livello eccessivo, anche alla luce del fatto che in Germania le infezioni hanno superato il milione da inizio pandemia.

L’avvertimento a tenere alta la guardia è arrivato oggi dall’Oms, nel corso del consueto briefing virtuale. Anche se i Paesi vedono un calo dei casi di coronavirus, devono rimanere vigili, ha avvertito Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell’Oms della sanità per il Covid-19. La chiave per tenere sotto controllo la pandemia, ha aggiunto il direttore generale Tedros Ghebreyesus, è quella di espandere i test per tracciare più accuratamente la diffusione del Covid-19.

Ma c’è anche chi ritiene eccessive le misure di distanziamento sociale in vigore a vari livelli in tutti i Paesi europei. È il caso dei vescovi francesi che hanno depositato un ricorso presso il Consiglio di Stato contro la decisione di Emmanuel Macron di limitare le cerimonie religiose a un massimo di 30 persone. Una scelta definita dalla Conferenza episcopale francese un “grave errore”, nonostante le misure abbiano dimostrato di essere efficaci: nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono stati 12.459 i secondo Santé Publique, contro i 13.563 di ieri pur con un aumento dei decessi a 393 contro i 339 di ieri. Scende sotto il 12% il tasso di positività dei tamponi che si attesta all’11,7%.

Cresce l’allarme in Asia
Cresce invece l’allarme in Asia. In Giappone Tokyo ha toccato il record di contagi, a quota 570 su base giornaliera e gli esperti parlano già di terza ondata. Potrebbe essere imminente l’annuncio dello stato di emergenza da parte dell’esecutivo, come già ieri aveva lasciato intendere il ministro per l’emergenza sanitaria Yasutoshi Nishimura.

Anche a livello mensile le infezioni segnalate da inizio novembre nella capitale si assestano a 8.567, superando il precedente record di agosto fermo a 8.125. E da domani sarà proibita la vendita di alcol a partire dalle 22 da parte di bar e ristoranti per tre settimane. Record di casi anche in Indonesia con 5.829 nuovi malati e 169 morti.

L’allerta è alta già da giorni anche in Corea del Sud che sta registrando i livelli più altri da oltre otto mesi, alimentando i timori sulla terza ondata. Ed è allarme anche in Iran, con 900 mila casi totali e quasi 14 mila nelle 24 ore con 482 morti. Fosche le previsioni negli Stati Uniti, dove il timore è che i contagi aumentino in misura esponenziale dopo le riunioni familiari del Thanksgiving. Jonathan Reiner, professore di medicina presso la George Washington University, prevede nei prossimi 10 giorni quasi 4.000 morti al giorno.

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