Estero
Italia, braccia incrociate per il green pass
Trieste. Immagine Twitter
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Lara Sargenti
3 anni fa
Nel giorno in cui la certificazione verde entra in vigore nel mondo del lavoro, si stanno svolgendo proteste in diverse città, anche se per il momento i disagi sono contenuti. Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito: “Sul lavoro la situazione sta diventando pesante”

Da oggi il green pass diventa obbligatorio in Italia anche nel mondo del lavoro, sia nel pubblico che nel privato. Senza il documento, i lavoratori non possono entrare in ufficio, in fabbrica o svolgere la propria attività. Se sprovvisti del certificato, i dipendenti verranno considerati assenti ingiustificati e privati dello stipendio, ma senza alcuna sospensione. Un provvedimento che ha innescato sit-in e proteste in molte città italiane durante la giornata odierna, anche se per ora i disagi sono contenuti.

In 5’000 manifestano a Trieste
A Trieste l’attività del porto prosegue, anche se rallentata, fanno sapere le autorità portuali. I varchi sono aperti, tranne il numero quattro dove si sta svolgendo una manifestazione organizzata dal Coordinamento dei lavoratori portuali. Sono circa 5mila le persone che si sono riunite per contestare la misura del Governo Draghi. Tra queste anche tanti che non operano nello scalo. Stefano Puzzer, il leader del sindacato autonomo che ha organizzato l’evento, ha detto che “la protesta proseguirà fino a quando il green pass non verrà eliminato, sempre dando la possibilità ai lavoratori che vogliono entrare di farlo. È una grande manifestazione per la libertà, pacifica, tutto sta andando per il meglio”.

Proteste anche a Genova e Ancona
Anche a Genova è in corso un presidio al porto che si sta allargando. Circa 500 persone hanno bloccato la viabilità in lungomare Canepa, davanti al varco Etiopia che era presidiato fin dalle prime ore della mattina. Ci sono stati momenti di tensione quando la polizia ha tentato di sgomberare la strada. Il personale della Digos ha identificato alcune persone e non sono escluse denunce per occupazione stradale. Il blocco permane, con gli attivisti No green pass che hanno invitato gli automobilisti a scendere dai mezzi e unirsi alla protesta. Ad Ancona il porto “è sempre stato operativo”, ha precisato in una nota l’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico centrale, nonostante in mattinata manifestanti hanno bloccato una delle strade di accesso. Manifestanti che si sono poi spostati in altre zone della città.

Situazione problematica sul lavoro
Tutto sommato, per ora, non si registrano gravi disagi. Ma non si esclude che nei prossimi giorni lo sciopero avrà ripercussioni. Per fare il punto della situazione e capire i motivi di questa protesta Ticinonews ha interpellato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, associazione nazionale degli autotrasportatori. “Il green pass ha avuto un effetto molto positivo per quanto riguarda i locali e ristoranti, cioè tutta quella parte di vita che si lega all’opportunità di socializzare”, puntualizza Longo. “Sul lavoro, invece, la situazione sta diventando pesante proprio perché molti, pur rinunciando a svolgere attività e vita sociale, sono costretti anche a rinunciare al proprio stipendio. Questo compromette tutto”.

80mila conducenti sprovvisti di green pass
Secondo Longo l’alternativa sarebbe capire quali settori possono essere sprovvisti di green pass. “Per esempio nel settore del trasporto e della logistica, una filiera in cui c’è una tensione e una gestione che deve essere seguita, si sarebbe dovuto affrontare il tema dell’opportunità di una maggiore flessibilità. Ci troviamo oggi in presenza di almeno 80mila conducenti di mezzi e veicoli industriali su una platea di 450mila che non hanno il green pass. Questo ancora non è tanto visibile, ma probabilmente lo sarà lunedì. Oggi siamo al termine della settimana e c’è ancora un flusso di attività, con conducenti che stanno portando a termine le consegne”.

Gli scaffali vuoti
La situazione può dunque diventare critica, soprattutto nei confronti di quelle attività che potrebbero vedere gli scaffali vuoti nei prossimi giorni. Uno scenario che secondo Longo potrebbe essere plausibile. “Il rischio potrebbe esserci. L’ultima esperienza di un blocco totale nel settore dell’autotrasporto ci dimostrò che al quarto giorno gli scaffali cominciavano a svuotarsi”, ricorda Longo. “Se consideriamo il 20% di veicoli industriali che non partiranno, non saranno tre giorni ma ce ne vorranno una dozzina. Vedremo, ma questa scelta avrà sicuramente delle ripercussioni”.

La mancanza di conducenti
Un danno è già stato fatto, sottolinea il segretario, riferendosi alla mancanza di conducenti di veicoli industriali nel paese. “Il green pass sul lavoro ha avuto come effetto che molti conducenti provenienti dall’est e che non hanno il certificato verde sono già andati via”.

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