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In Australia continuano i test con l’idrossiclorochina
Foto Shutterstock
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Redazione
4 anni fa
Nonostante lo stop annunciato dall’Oms per l’utilizzo del farmaco, il comitato di monitoraggio australiano sta considerando di proseguire con la sperimentazione

Due importanti centri di ricerca australiani hanno avviato sperimentazioni cliniche del farmaco idrossiclorochina, usato comunemente per trattare la malaria e il lupus, per la cura del Covid-19. l primo test australiano, condotto da scienziati del Doherty Institute dell’università di Melbourne, mira ad accertare se la somministrazione di idrossiclorochina possa prevenire il peggioramento dei pazienti contagiati, in una sperimentazione randomizzata controllata in cui stanno reclutando oltre 2’000 pazienti.

In seguito allo studio pubblicato su The Lancet da scienziati Usa e svizzeri, che ha evidenziato più alti tassi di mortalità sui pazienti di Covd-19 curati con l’idrossiclorochina, il comitato di monitoraggio dei test australiani sta ora considerando se proseguire o meno con il programma. Nella seconda sperimentazione, gli studiosi del Walter and Elizabeth Hall Institute of Medical Research di Melbourne hanno chiesto a circa 2’250 operatori sanitari di prima linea di partecipare allo studio. I volontari vengono selezionati per escludere condizioni, come problemi cardiaci o di vista, che potrebbero esporli a pericolosi effetti collaterali, in particolare cardiaci.

Secondo il responsabile del progetto, il professor Marc Pellegrini, la decisione dell’Oms di fermare la sua sperimentazione non ha impatto su questa ricerca, che riguarda il suo uso come misura preventiva, e i cui partecipanti sono in buona salute. “Sappiamo per certo che in provetta è efficace nel fermare l’agente che consente alla Covid-19 di moltiplicarsi. I dubbi riguardano la sua azione come forma di trattamento per persone contagiate, ma questo studio è completamente differente, vogliamo verificare se ha un ruolo preventivo, di impedire il contagio”.

Il farmaco ha dominato il pubblico dibattito da quando il presidente Usa Donald Trump l’ha elogiato come potenziale svolta nel contenere la pandemia e ha rivelato di assumerlo egli stesso quotidianamente a scopo preventivo. Pellegrini ha messo in guardia contro un uso ‘ad hoc’ del farmaco tra i professionisti sanitari e la comunità generale. “Credo che la pubblicità legata a Donald Trump indichi un approccio molto fuorviante all’uso dell’idrossiclorochina. E’ un farmaco su prescrizione medica, dobbiamo assicurare che non causi danni alle persone. Abbiamo bisogno di evidenze molto fondate per vedere se funziona o no. In caso positivo, riteniamo di poterla prescrivere, ma con molta cautela”.

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