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Giornata nera per gli Usa, ma Trump è sereno
Foto Shutterstock
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Keystone-ats
4 anni fa
Nonostante la pandemia stia colpendo duro, il presidente è fiducioso grazie all’economia che sta andando bene

“Stiamo gestendo la crisi, stiamo mettendo la situazione sotto controllo, andrà tutto bene”: Donald Trump si presenta in sala stampa alla Casa Bianca e sdrammatizza la nuova ondata di coronavirus in Usa, trascinato dall’entusiasmo per l’economia americana che “torna a ruggire”, con numeri “record” per Wall Street e i nuovi posti di lavoro. “Alcune aree che erano state colpite duramente stanno facendo ora molto bene, altre che stavano facendo molto bene vedono ora divampare i contagi ma stiamo spegnendo le fiamme”, rassicura, sostenendo che gli Usa hanno fatto meglio di Europa e Cina. “Il virus sparirà”, ha garantito in una intervista alla Fox, dove ha fatto anche una apparente marcia indietro sulla mascherina che non usa mai: “Nessun problema, una volta ne ho indossata una nera, sembravo il Cavaliere solitario, e la indosserei se fossi in un gruppo senza distanziamento sociale ma io sono sempre testato, come chi mi incontra”. Però si è detto scettico sulla necessità di renderla obbligatoria a livello nazionale. “Non ce n’è bisogno”, ha confermato il suo vice Mike Pence, spiegando che la linea dell’amministrazione resta quella di lasciare la decisione ai singoli stati.

Ma la realtà appare molto più preoccupante di come la dipinge il tycoon. Nelle ultime due settimane i contagi in Usa sono aumentati di quasi l’80% e nelle ultime 24 ore hanno superato per la prima volta i 50 mila casi (52’982 per l’esattezza), sfiorando un totale di 2,7 milioni di malati. Secondo Anthony Fauci, il noto immunologo della task force della Casa Bianca contro il covid-19, potrebbero essercene 100 mila al giorno se si continua a non rispettare le linee guida degli esperti. Dati record di nuovi casi si registrano anche in singoli Stati, come la Florida (oltre 10 mila), il Texas, la California, l’Arizona. Ma la tendenza all’incremento riguarda ben 37 Stati, solo in due c’è un calo mentre in altri 11 l’andamento è piatto. I decessi complessivi sono oltre 128 mila, anche se la mortalità si è ridotta, forse perché si ammalano persone più giovani - e quindi più forti - o il sistema sanitario è più attrezzato.

I timori più forti ora sono legati al 4 luglio, la festa per l’Independence day, che potrebbe diventare un detonatore di nuovi focolai. Per questo le autorità sanitarie hanno invitato la gente a stare a casa, evitate gite, feste, assembramenti per i tradizionali fuochi d’artificio. Come quelli cui assisterà Trump sul Mall della capitale, dove sono attese alcune centinaia di migliaia di persone, e il giorno prima davanti al monumento ai quattro ex presidenti sul monte Rushmore. Alcuni Stati hanno cominciato a fare marcia indietro reintroducendo alcune restrizioni. La California, per esempio, ha messo in lockdown 19 delle sue 58 contee, compresa quella di Los Angeles, e ha ordinato a bar e ristoranti di chiudere le loro attività all’interno e a servire i clienti solo all’esterno. Si sta valutando anche l’ipotesi di sospendere i tradizionali spettacoli pirotecnici. New York invece rallenta la sua riapertura.

Joe Biden intanto cavalca il fallimento del tycoon: “quante volte gli americani devono pagare il costo dei fallimenti di Donald Trump? Per il fatto che Trump non fa la parte più elementare del suo lavoro, gli Usa ora sono visti come un rischio alla salute mondiale. Ora l’America è prima per contagi e morti, e l’Ue ha deciso di vietare agli americani di viaggiare lì mentre l’Europa riapre”.

Se l’America di Trump detiene questo triste primato mondiale, il Brasile del suo amico e ammiratore Jair Bolsonaro è al secondo posto con oltre 60 mila morti e 1’448’753 casi, di cui oltre 46 mila nelle ultime 24 ore. I contagi sono in aumento anche in diversi altri Paesi, tra cui la Russia (6760 nelle ultime 24 ore), il Pakistan (4339), l’Iran (2652), la Turchia (1186) e Israele (circa 1000).

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