Estero
Coronavirus: nei Balcani si riaprono le frontiere
Foto di C. Gandolfi
Foto di C. Gandolfi
Redazione
4 anni fa
Nei paesi balcanici si stanno pian piano allentando le restrizioni

Da oggi, alla luce della migliorata situazione epidemiologica nell’intera regione, la gran parte dei Paesi balcanici ha riaperto le proprie frontiere, anche se in taluni casi si registrano attriti e insoddisfazioni per il persistere di limitazioni recepite come decisioni politiche.

E’ il caso del Montenegro, che pur avendo riaperto la frontiera con la Serbia, richiede ai soli cittadini serbi (tra quelli della regione) il test di negatività al Covid-19 o la quarantena di due settimane. Una decisione questa accolta malissimo da Belgrado che la riconduce a motivazioni politiche legate ai contrasti sempre vivi tra i due Paesi a proposito della condizione della Chiesa ortodossa serba in Montenegro e della comunità serba in quel Paese.

In Serbia, dove contagi e decessi sono in progressivo calo, da oggi sono consentiti i raduni all’aperto fino a mille persone, mentre al chiuso resta il tetto massimo di cento unità. E’ possibile quindi che il pubblico possa tornare ad assistere sulle tribune a eventi sportivi, anche se le persone devono osservare la distanza di almeno un metro l’una dall’altra. Sempre da oggi è possibile organizzare nuovamente gite scolastiche, che dovranno tuttavia svolgersi esclusivamente in Serbia e non all’estero. I serbi inoltre a partire da oggi possono sottoporsi al test per scoprire se hanno sviluppato gli anticorpi al coronavirus. Il costo di tale test è di 1.200 dinari, pari a circa 10 euro.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata