Estero
Amnesty denuncia la Grecia: “Violenze sui migranti”
Foto Shutterstock
Foto Shutterstock
Keystone-ats
3 anni fa
L’organizzazione umanitaria ha rilevato continui respingimenti “contrari ai suoi obblighi in materia di diritti umani” dall’apertura unilaterale dei confini da parte della Turchia

La polizia di frontiera greca “trattiene in maniera violenta e illegale gruppi di rifugiati e migranti prima di rimandarli sommariamente in Turchia, contravvenendo ai propri obblighi in materia di diritti umani previsti dal diritto internazionale e comunitario”. Lo denuncia Amnesty International. E si tratta di “una politica di frontiera divenuta prassi”, precisa l’organizzazione nel rapporto pubblicato oggi dal titolo “Grecia: violenze, bugie e respingimenti”, che “documenta i respingimenti illegali delle autorità greche, via terra e via mare”.

“Operazioni illegali nella regione di confine”
Il rapporto esamina soprattutto “le operazioni illegali nella regione del fiume Evros, che segna il confine terrestre tra Grecia e Turchia”, spiega Amnesty, segnalando che “dopo l’apertura unilaterale delle frontiere terrestri da parte della Turchia, a febbraio e marzo del 2020, la Grecia ha respinto con violenza rifugiati e migranti.

Documentando gli incidenti avvenuti da giugno a dicembre 2020, conseguenza di quegli eventi, questa ricerca dimostra che le violazioni dei diritti umani lungo la frontiera greca proseguono e sono diventate una pratica consolidata”.

“Migranti brutalizzati e respinti”
“È chiaro che segmenti diversi delle autorità greche operano in stretta collaborazione per catturare brutalmente e imprigionare persone in cerca di salvezza in Grecia, sottoponendone molte a violenze, per poi trasferirle sulle rive del fiume Evros prima di rinviarle sommariamente in Turchia”, ha dichiarato Adriana Tidona, ricercatrice di Amnesty sull’immigrazione in l’Europa.

“La nostra ricerca dimostra che i respingimenti violenti rappresentano ormai la politica greca di controllo della frontiera nella regione del fiume Evros. L’organizzazione necessaria per eseguire tali rinvii, che negli episodi che abbiamo documentato hanno coinvolto fino a 1000 persone, talvolta più di una volta e attraverso luoghi di detenzione non ufficiali, mostra fin dove si sta spingendo la Grecia per rinviare queste persone in maniera illegale e per nascondere questa situazione”, ha proseguito.

Ferite gravi da funzionari in abiti civili
La grande maggioranza delle persone con cui ha parlato Amnesty ha riferito di aver subito o assistito a violenze, che hanno a volte causato ferite gravi, da parte di persone descritte come funzionari greci in uniforme o uomini in abiti civili: percosse con bastoni o manganelli, calci, pugni, schiaffi e spintoni. Gli uomini sono stati spesso denudati e sottoposti a umilianti e violente perquisizioni personali, a volte dinanzi a donne e minori.

“Trattamenti inumani e degradanti, violazione del divieto internazionale”
“Nella maggior parte dei casi, le violenze descritte costituiscono una violazione del divieto internazionale di trattamenti inumani o degradanti. Alcuni casi, inoltre, costituiscono tortura”, sottolinea Amnesty, riferendo che le persone vengono fermate e detenute anche in aree della Grecia continentale, prima di essere riportate nella regione dell’Evros per poi essere rinviate illegalmente.

“Tutte le persone con cui abbiamo parlato sono state respinte da aree dove Frontex è molto presente con il suo staff. L’agenzia non può dunque sostenere di non sapere delle violazioni che noi e molti altri abbiamo documentato. Frontex ha il dovere di impedire le violazioni dei diritti umani e se non è in grado di farlo in maniera efficace, dovrebbe ritirarsi o sospendere le operazioni in Grecia”, ha concluso Tidona.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata