Economia
Investire nei titoli conviene, +6% ogni anno da un secolo
Redazione
4 anni fa
Da quasi un secolo, secondo un’analisi di Moneyland, il rendimento medio dei titoli con dividendo è del 5,8% annuo, il che offre agli investitori una protezione efficace contro l’inflazione

Investire nelle azioni svizzere è una scelta che paga a lungo termine. Da quasi un secolo, secondo un’analisi di Moneyland, il rendimento medio dei titoli con dividendo è del 5,8% annuo, il che offre agli investitori una protezione efficace contro l’inflazione.

In uno studio pubblicato oggi, il servizio di confronti online si basa su cifre risalenti fino al 1926. Il rendimento che sfiora il 6% si situa nettamente sopra il tasso di risparmio, che nello stesso periodo si è mantenuto poco più su dello 0%.

Certo, alcuni anni si sono chiusi con perdite importanti e la performance è stata negativa una volta su tre. Tuttavia, la tendenza positiva ha sempre prevalso. “Ciò probabilmente continuerà anche nel corso dei prossimi decenni”, afferma Silvan Wehrli, analista di Moneyland, le cui parole sono riportate in un comunicato.

Secondo gli autori della ricerca, se un ipotetico investitore avesse piazzato 1000 franchi su azioni svizzere nel 1926 avrebbe detenuto nel 2019 un portafoglio dal valore di oltre 1,2 milioni di franchi. L’anno migliore è stato il 1985 (+61,4%), il peggiore il 2008 (-34%) con lo scoppio della crisi finanziaria, anche se tenendo conto dell’inflazione l’ultimo della classe risulta il 1974 (-37,8%).

La crisi del coronavirus ha come ben noto messo a dura prova gli investitori, pur se i mercati hanno ripreso linfa dopo il tonfo col quale erano stati confrontati in marzo. In ogni caso “è possibile che i corsi subiscano nuove battute d’arresto nei prossimi mesi o anni”, avverte il direttore di Moneyland Benjamin Manz.

Analizzando i periodi di difficoltà particolarmente prolungati (crac borsistico del ‘29, crisi petrolifera del ‘73, bolla di Internet del 2001), Manz insiste sull’importanza di investire solo i soldi di cui non si ha bisogno. Infatti, negli scenari più nefasti ci possono volere oltre dieci anni prima di uscire dal territorio negativo.

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