Economia
Contrazione economica meno forte del previsto
Lara Sargenti
4 anni fa
Gli esperti della Seco prevedono un calo del PIL del 3,8% per il 2020. “A fine aprile iniziato un rapido recupero”

Le prospettive economiche per il 2020 sono meno negative di quanto inizialmente temuto. Il gruppo di esperti della Segreteria di Stato dell’economia prevede infatti un calo del PIL nazionale del 3,8% rispetto al 2019. A giugno le stime indicavano un -6,2%, mentre a settembre un -5%. Di conseguenza gli esperti federali prevedono che il tasso di disoccupazione raggiunga una media annua del 3,2% (le previsioni di giugno indicavano un 3,8%).

Rapido recupero dopo gli allentamenti
In seguito all’allentamento delle misure di politica sanitaria, “a fine aprile l’economia svizzera ha iniziato un rapido recupero”, sottolinea la Seco in una nota. Nel secondo trimestre, sia sul fronte dei consumi sia su quello degli investimenti, la domanda “ha superato le aspettative”. Inoltre, rispetto a quanto previsto a giugno, si è fatto molto meno ricorso allo strumento del lavoro ridotto.

Il rilancio è ripreso anche nel terzo trimestre, sebbene abbia interessato maggiormente alcuni rami economici, come parti del settore alberghiero e della ristorazione, che hanno potuto approfittare del fatto che gli Svizzeri hanno viaggiato meno all’estero. Altri settori, invece, come i rami dell’industria manifatturiera, hanno recuperato meno terreno a causa della maggiore dipendenza dalla congiuntura internazionale, mentre il turismo internazionale e i grandi eventi hanno sofferto di un impatto più diretto della pandemia o delle misure adottate. Per la Seco la ripresa dell’economia rimane quindi “incompleta e nella maggior parte dei settori i livelli dell’anno precedente non sono stati raggiunti”.

Senza lockdown, previsto un miglioramento verso la fine del 2021
Secondo le stime della Seco nel corso dell’anno l’economia svizzera dovrebbe continuare a crescere a un ritmo moderato. Il gruppo di esperti prevede che, il prossimo anno, il PIL aumenterà del 3,8 % al netto degli eventi sportivi (previsione di giugno: 4,9 %), facendo così tornare solo verso la fine del 2021 l’attività economica elvetica al livello precedente la crisi. Ciò presuppone tuttavia che né la Svizzera né i suoi principali partner commerciali instaurino un nuovo confinamento su larga scala. In uno scenario del genere, a livello nazionale le spese per i consumi e gli investimenti dovrebbero quindi progressivamente aumentare nonostante le perdite di reddito e il permanere di una grande incertezza generale

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata