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Morto negli Usa dopo il Covid party, cosa si sa?
Foto Shutterstock
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Filippo Suessli
4 anni fa
Un 30enne sarebbe morto in Texas dopo essersi infettato a una festa organizzata ad hoc, ma esistono davvero eventi di questo tipo?

Un trentenne è morto a San Antonio, Texas, dopo essere stato a un Covid party, una festa organizzata con la presenza di qualcuno diagnosticato positivo al coronavirus, con l’intento di verificare se la malattia è vera e vedere se qualcuno si infetta.

La storia

È quanto ha raccontato postando un video online la direttrice sanitaria dell’ospedale Methodist Heathcare di San Antonio Jane Appleby. “Abbiamo curato un paziente di 30 anni. Ha detto all’infermiera di essere stato a un Covid party”, racconta la dottoressa. “Proprio prima di morire”, ha aggiunto la Appleby, “ha guardato l’infermiera e le ha detto ‘credo di aver fatto uno sbaglio, pensavo che fosse una bufala, ma non lo è”. Questa la storia raccontata da Jane Appleby, non ci sono motivi per dubitarne dal punto di vista medico. La parte dei Covid party, invece, è più oscura.

I Covid party esistono davvero?

È da inizio pandemia che si parla delle feste Covid, ma prove della loro esistenza non sono emerse. È invece più probabile che si tratti di feste durante le quali non vengono rispettate le norme di igiene o distanziamento sociale, senza però voler intenzionalmente essere contagiati. Esempio di questo è ciò che è successo a Walla Walla, nello stato di Washington. La direttrice del locale dipartimento della salute pubblica aveva denunciato l’esistenza di queste feste, salvo ritrattare il giorno seguente. La stessa funzionaria ha spiegato: “Ritiro formalmente la mia intervista. Dopo aver ottenuto altre informazioni, abbiamo scoperto che non vi sono stati Covid party intenzionali”.

Nessuna prova

In rete circolano storie anche meno sensate, come quella secondo cui in Alabama, a Tuscaloosa, sarebbero state organizzate feste Covid in cui si scommetteva su chi si sarebbe contagiato per primo. La storia era stata raccontata durante una conferenza stampa delle autorità, ma anche in questo caso il dipartimento della salute pubblica locale ha dovuto smentire qualche giorno dopo: non ci sono prove che questi eventi siano avvenuti, la storia è nata da chiacchiere provenienti dai vigili del fuoco.

E a San Antonio?

A questo punto viene da chiedersi se anche il Covid party di San Antonio sia vero o meno. Potrebbe essere: le notizie di cui sopra sono state riprese da alcune delle maggiori agenzie di stampa del pianeta, se ne è parlato così tanto che qualcuno potrebbe aver emulato. Oppure la storia che l’infermiera ha raccontato alla dottoressa Appleby non era del tutto accurata. Ancora una volta, però, non si tratta di una storia di prima mano.

Ma quelle non deliberate...

Il fatto che probabilmente i Covid party deliberati non esistano, non muta il fatto che alcune feste si siano tramutate in serate del contagio a posteriori. In Ticino è emersa quella del Woodstock, dove vista la presenza di una recluta infetta, almeno una persona è rimasta contagiata. Inoltre recentemente, come ha più volte ripetuto il medico cantonale Giorgio Merlani, l’età dei nuovi positivi si è molto abbassata. Lo stesso sta avvenendo nel resto della Svizzera e ricorda ciò che è avvenuto a inizio maggio in Corea del sud, dove alcuni focolai legati al mondo della notte hanno riacceso una curva pandemica che andava appiattendosi. È quindi importante sapere che, anche se non vi hanno invitati a una cosa tanto stupida quanto un Covid party, frequentare locali particolarmente affollati e promiscui può avere delle conseguenze anche per quanto riguarda il coronavirus.

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