Cervello
“La malattia da sconfiggere è l’Alzheimer. La mente è il nostro più grande tesoro”
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Redazione
18 giorni fa
Un piano nazionale per prendersi cura del cervello lungo tutto il corso della vita è stato presentato venerdì al Teatro sociale di Bellinzona. Un evento a cui ha preso parte anche il premio Nobel della medicina 2013. “La malattia da sconfiggere è l’Alzheimer”, ci ha detto.

Venerdì scorso presso il Teatro Sociale di Bellinzona è stato presentato il documento “Piano nazionale sulla salute cerebrale”. Un documento fra i primi al mondo che consente di dare una struttura più organizzata alla cura del cervello sull’arco di tutta la vita. Un documento alla cui stesura ha partecipato anche il premio Nobel Thomas Südhof. Abbiamo però dapprima incontrato l’autore, il primario di neurologia dell’Inselspital di Berna Claudio Bassetti.

Perché è importante avere un piano di questo tipo?
“Avere un piano di questo tipo si è reso necessario perché da un lato abbiamo un peso delle malattie cerebrali in crescita, ovvero sia quelle neurologiche sia le patologie psichiatriche. Dall’altro, negli ultimi 20 anni abbiamo realizzato che queste malattie possono essere prevenute. Ci sono quindi finalmente degli approcci che ci permettono di diminuire il peso di queste malattie, che crescono non solo per via dell’invecchiamento della popolazione, ma anche a causa di ragioni legate alla società stessa, che portano ad esempio – già in adolescenza – ad un’esplosione delle patologie mentali. Il messaggio è quindi doppio: abbiamo tantissime persone colpite da queste patologie, circa 1 su 2, ma ci sono comunque le possibilità per prevenirle. Vogliamo quindi lanciare un messaggio positivo: possiamo promuovere la salute, ma dobbiamo partire subito con una serie di misure, che saranno pubblicate nel documento in questione”

Nel documento ci si occupa del cervello non solo come organo, ma anche come entità astratta. È corretto?
 “Esatto. Quando noi parliamo di salute cerebrale lo vediamo anche nell’ottica delle patologie mentali: il cervello sano è la premessa anche per una salute mentale sufficiente e viceversa le patologie mentali influiscono anche sulle patologie del cervello. Sono dunque due gruppi di malattie che sono due facce della stessa medaglia. C’è un’interazione fra cervello-mente, fra ambiente-società e quello che accade nel nostro cervello”.

La malattia da sconfiggere? "’Alzheimer"

Oltre a Bassetti, come detto, venerdì a Bellinzona era anche presente il premio Nobel per la medicina nel 2013 Thomas Südhof, che si aggiudicò il premio grazie alle sue scoperte sui principi basilari del funzionamento del cervello umano.

Le malattie del cervello sono quelle di cui probabilmente conosciamo meno e sono forse tra quelle che ci spaventano di più. C’è la speranza di sconfiggerle?
“È proprio così, sono quelle più importanti, anche per l’impatto sulla vita umana, che è sottostimato. Le persone sono più spaventate dal cancro e dal diabete, che sono sicuramente malattie importanti. Però, spesso si sottostima l’impatto che una malattia cerebrale può avere su milioni di persone. Il punto è che non capiamo ancora così bene il cervello, di conseguenza non conosciamo ancora in tutto e per tutto le malattie. Ci sono sicuramente stati dei progressi scientifici e speriamo ce ne siano altri, ma finora gli investimenti in questi ambiti sono stati limitati paragonati a quelli per la ricerca sul cancro. Le malattie cerebrali sono forse più complesse rispetto a quelle legate al cancro e a causa degli scarsi finanziamenti non sorprende che i progressi sono stati limitati. Ma con l’aumento degli investimenti nella ricerca neuroscientifica e sui disordini cerebrali penso che i progressi aumenteranno”.

Ci sono le cure e c’è la prevenzione. Come possiamo fare noi esseri umani prenderci cura del nostro cervello?
“Se vogliamo prevenire le malattie dobbiamo capire il perché queste arrivano, ma ad oggi non siamo ancora in grado di capirlo. Siamo riusciti a scoprire qualcosa in più sugli ictus e questo è importante per la prevenzione. Sappiamo infatti cosa è necessario fare, come i controlli della pressione e del colesterolo. Però, per prevenire qualcosa come l’Alzheimer dobbiamo dapprima capire come questa malattia si genera, ma non lo sappiamo. Conosciamo i fattori di rischio a livello genetico, ma non sappiamo come questi determinano la malattia. Quello di cui abbiamo assolutamente bisogno – ed è parte del Piano – è la necessità di comprendere queste malattie e di fatto serve maggiore ricerca traslazionale di base che ci spiegherà come queste malattie diventano disfunzionali, come si sviluppano e come possiamo prevenirle. Ma ad oggi questo ancora non lo sappiamo”.

Se lei potesse scegliere una malattia del cervello di cui trovare la cura, quale sceglierebbe?
“Sicuramente l’Alzheimer, perché ha il maggior impatto. Il rischio, ad esempio, dei cittadini americani di sviluppare la malattia dopo i 90 anni con l’invecchiamento progressivo cresce più del 50%. Dati non da poco: bisogna infatti considerare che ad oggi ci sono sempre più persone che vivono oltre i 95 anni. È triste arrivarci magari fisicamente sani ma senza più alcuna capacità cognitiva. La nostra mente è il tesoro più prezioso che abbiamo”, ha concluso il premio Nobel.