Passano pochi minuti dal fischio finale del match tra Lugano e Sion e la società bianconera decide di lanciare la campagna promozionale per la finale di Coppa Svizzera. Non c'è nulla da recriminare, anche perché gli uomini di Croci-Torti ottengono la terza finale consecutiva, un traguardo speciale che il Lugano sottolinea con fierezza. Ad alcuni tifosi però non sfugge lo slogan utilizzato per richiamare all'ordine i tifosi bianconeri: "Sem semper chi" narra il motto per lanciare la vendita dei 12'500 biglietti per la finale. Per fare chiarezza abbiamo sentito il dialettologo Franco Lurà.
La pronuncia è "sempar" o "sempru"
La dicitura "semper" richiama il dialetto lombardo, o meglio quello milanese, e a confermarlo è anche il dialettologo Franco Lurà: “Sono stato sorpreso anch’io. Non mi meraviglia che ci siano state delle perplessità per più motivi. Innanzitutto, la grafia andrebbe sistemata perché ci vorrebbero tre accenti acuti: 2 sulle “e” uno sulla “i”", sostiene Lurà. "Sorprende, poi, soprattutto, la forma dell’avverbio “semper” (in italiano “sempre”) che alle orecchie di un ticinese suona molto lombardo, in particolare milanese. La pronuncia “semper” non è sconosciuta nella Svizzera Italiana. Questa dicitura è presente nel moesano e in alcune località del locarnese. Nel caso di Lugano si sono ritrovate delle tracce in un paio di documenti non attenibili di inizio secolo", continua il dialettologo. "In realtà, per tutto il Novecento e ancora oggi, la pronuncia luganese è “sempar” o “sempru”. Io sinceramente avrei optato per una di queste due opzioni. Ho appena contribuito ad una pubblicazione che raggruppa tante commedie in dialetto luganese degli anni ’30, ’40 e ’50: l’avverbio “sempre” viene usato frequentemente e mai nella forma “semper”. Le due forme che il ticinese identifichi meglio l’avverbio “sempre” sono “sempar” e “sempru””", dichiara Franco Lurà.
Altri slogan sarebbero stati più appropriati?
L'intenzione della società bianconera era, presumibilmente, avvicinare il tifoso con uno slogan legato al territorio. L'utilizzo del dialetto è una forma che può suscitare emozioni più famigliari. Franco Lurà lo conferma: ““Semm ammò chì” avrebbe potuto funzionare, ma avrebbe avuto un significato diverso. Il “sempru” indica la continuità e sembra un “nonostante tutto siamo qua”. Spero si riesca ad intervenire, anche se ovviamente ci sono problemi più importanti. Con un “sempru” tutto il cantone si stringerebbe attorno al Lugano in una giornata che, si spera, sarebbe di grande festa”, conclude il dialettologo Franco Lurà.