La reazione
Ridurre la plastica del 60% in 16 anni, il ricercatore: "Un obiettivo ambizioso"
Redazione
11 giorni fa
In occasione della Giornata della Terra l'Ons Earth Day ha chiesto una riduzione del 60% della produzione di tutte le plastiche nel 2040. Ne abbiamo parlato con un ricercatore della Supsi e un'azienda ticinese che dà una seconda vita alla plastica dal 2008.

“Il Pianeta contro la plastica”, è il tema della 54esima edizione della Giornata della Terra che ieri si è celebrata in tutto il mondo. L'Organizzazione non governativa (Ong) americana che organizza l'evento, Earthday.org, chiede una riduzione del 60% della produzione di tutte le plastiche nel 2040. "Un obiettivo molto ambizioso", commenta a Ticinonews Marco Spiaggiari, ricercatore nel laboratorio di ingegneria dei materiali polimerici della Supsi. "Ad oggi si producono più di 400 milioni di tonnellate di plastica all'anno: dall'abbigliamento al settore farmaceutico, passando per quello alimentare ed edile. È necessario fare qualcosa, ma la strada è piuttosto lunga e richiedere molti sforzi anche al settore industriale".

Dove si può intervenire

Ci sono settori in cui è più facile eliminare la produzione e l'uso di plastica, altri meno. "Il settore farmaceutico, ad esempio, vede l'impiego di molti prodotti monouso: sacche di sangue, tubazioni, mascherine, siringhe. Qui la necessità di utilizzare questi prodotti è dovuta a motivi igienico-sanitari", precisa Spiaggiari, che aggiunge come "in altri settori, ad esempio in quello alimentare, si potrebbe pensare a soluzioni più sostenibili per sostituire i prodotti in plastica monouso".

L'azienda ticinese che dà una seconda vita alla plastica

Dal 2008 a Riva San Vitale c'è un'azienda che cerca di dare nuova vita alla plastica. Ogni anno ne lava, macina e vende 1'500 tonnellate. È la Puricelli SA. Con i materiali riciclati "si possono produrre prodotti per l'edilizia, per l'industria e per molti altri settori. Tutto ciò che non è alimentare", spiega a Ticinonews Aron Puricelli, membro di direzione dell'azienda, il quale precisa come "la plastica sia un materiale povero, difficile da trattare e con un mercato abbastanza altalenante". Ma a fare la differenza "è la mentalità che porta avanti un progetto del genere che vuole separare i materiali a cui si può dare una nuova vita".