
Un boom dei servizi, 41 mila partecipazioni nei Centri diurni e un totale di oltre 90mila adesioni ai vari eventi sul territorio. Sono importanti le cifre presentate ieri a Locarno in assemblea generale dall’ATTE, l’associazione Ticinese Terza Età, per quanto riguarda il 2024, un anno definito molto positivo. "È l’anno della grande ripresa dopo il periodo difficile corrisposto alla pandemia" ha detto ai microfoni di Ticinonews il presidente dell’Associazione, Giampaolo Cereghetti. "Oggi vediamo che gli anziani sono tornati a provare il piacere di trovarsi insieme. E la cosa forse ancora più positiva è che al gran parte della ripresa dipende da iniziative portate avanti da volontari, spesso non giovanissimi e anche over 80, che sono attivi e motivati e fare delle cose a favore degli altri. Un dato di estrema positività”. Tra gli altri dati salienti annunciati ieri, è emerso che il numero di soci è rimasto stabile sulle 11mila unità, mentre ad apparire meno rosee sono le prospettive finanziarie. “Preoccupano eventuali interventi di riduzione del sostegno pubblico", ha continuato Cereghetti, "perché è chiaro che l’ATTE ha dei costi non indifferenti per esempio per quel che riguarda l’affitto di determinati Centri diurni, che non potremmo sostenere certamente da soli”.
Poche nuove leve: "Non bisogna vergognarsi"
Ci sono però anche altre sfide, guardando al futuro. Ad esempio la crisi del volontariato che rischia di mettere in difficoltà le attività, ma preoccupa anche la difficoltà nel reclutare nuove leve a causa del pregiudizio: un’etichetta di vecchiaia con connotazione negativa. “C’è uno stigma nei confronti della terza età, di cui sono vittima anche gli anziani stessi", ha spiegato il presidente di ATTE. "Tendono a sentirsi a disagio quando arrivano al momento della pensione e fanno fatica ad ammettere di essere anziani". Per Cereghetti si tratta di "una politica del giovanilismo ad ogni costo che è molto diffusa nel nostro Contesto. L’ha detto bene anche il Vescovo Alain de Raemy: non dobbiamo vergognarci di essere vecchi, ma essere contenti di essere invecchiati”. A tal riguardo, l'ATTE cerca proprio di insistere sulla possibilità che hanno gli anziani di dare e agire, e che non si creino differenze tra generazioni, ma che tutte si parlino in comunità.
Il Sindaco e il proverbio: "Piantare alberi per le generazioni future"
Missioni dell'ATTE contro solitudine e marginalizzazione nella società che sono fondamentali anche per le autorità. Ce lo ha confermato il Sindaco di Locarno Nicola Pini a margine dell'evento: “Il lavoro dell’ATTE è estremamente importante. Lo è come difesa e promozione degli interessi e delle esigenze della terza età di fronte alle autorità politiche, ma anche per la creazione di attività e momenti di aggregazione e condivisione…”. E proprio in apertura di assemblea Pini ha portato il saluto delle autorità, ringraziando tutti gli anziani per quello che hanno fatto e per quello che fanno, dando il loro contributo, facendo i volontari, facendo i nonni. E l'ha fatto ricordando un proverbio espresso da un anziano durante una serata organizzata dal Municipio. "Una società sana è quella in cui gli anziani piantano alberi alla cui ombra non si siederanno". Stando a Pini, "è un concetto bellissimo che deve toccare tutti noi, politici e cittadini, perché è nostro compito quello di essere buoni antenati e pensare a quello che ci sarà domani. Gli anziani possono fare e fanno ancora tanto per la società di oggi e di domani.”