Ticino
"Non siamo schiavi dei privati"
"Non siamo schiavi dei privati"
"Non siamo schiavi dei privati"
Redazione
9 anni fa
La LEOC accende gli animi. Caprara: "Necessarie nuove strutture ospedaliere". Sergi: "Vi state svendendo ai privati"

“Siamo contro la nuova legge sull’ente ospedaliero perché introduce una logica di concorrenza basata sulla redditività. Vogliamo evitare che metodi di gestione manageriale del privato entrino nel pubblico attraverso la creazione di società SA”. Così Pino Sergi, sostenitore del referendum, durante il dibattito andato in onda questa sera su TeleTicino alla trasmissione de “I Conti in tasca” sul tema in votazione il prossimo 5 giugno. Il deputato MpS, assieme al Presidente del Circolo medico 3 Valli Fabio Fransioli, hanno però dovuto fare i conti con chi invece la nuova legge la sostiene.

“La nuova legge permetterà di mettere mano sulle cliniche private e costituire nuovi poli” ha specificato Bixio Caprara, già presidente della Commissione sanitaria. “Ciò permetterà di avere una maggiore massa critica e migliorare la qualità delle prestazioni. Ma non stiamo svendendo gli ospedali pubblici ai privati e non c'è nessun interesse in gioco. Anzi abbiamo inserito dei paletti affinché tali società rispettino le stesse regole salariali degli ospedali pubblici. È molto meglio lavorare assieme piuttosto che contro, evitando una lotta all’ultimo sangue. Non è inoltre possibile togliere i mandati ai privati, come vorrebbero certi ideologisti come Sergi”.

La discussione si è poi soffermata su un esempio concreto, ossia la maternità in Ticino. Per ora sono 6 le strutture (4 pubbliche e 2 private) dove poter far nascere i bambini. Thomas Gyr, primario di ginecologia e ostetricia dell'Ospedale Civico, ha ribadito l’importanza di ridurre il numero di strutture, concentrando le specialità in due poli più importanti (Bellinzona e Lugano) e mantenere due ospedali di vicinanza (Locarno e Mendrisio). Questo anche per ridurre la mortalità infantile e materna presso le piccole strutture. “Uno studio condotto in Norvegia dimostra che la mortalità prenatale è più alta negli ospedali piccoli piuttosto che in quelli grandi”.

“Non c’è nessun rapporto che dice che le attuali 6 strutture creando problemi di qualità” ha controbattuto Sergi. “E non vedo dove sia il nesso tra la dimensione dell’ospedale e gli errori medici. Non avete nessuno straccio di dato a sostegno di questa tesi. Anzi, sono le piccole maternità che ottengono le qualità migliori. Fatto sta che le maternità di Mendrisio e Locarno sono a rischio. Lo ha pure confermato il ministro Paolo Beltraminelli dicendo che si andrà verso due maternità in Ticino”.

“Certo che abbiamo questi dati” ha controbattuto Gyr, “ma manca la potenza statistica di centri piccoli come Mendrisio. È un problema matematico”.

Durate il dibattito è stato poi affrontato il problema della mancanza di specialisti in Ticino e viceversa il problema della fuga di pazienti ticinesi verso strutture d’Oltralpe. Secondo Gyr la situazione è “seria” in Ticino. “I giovani al giorno d’oggi ricevono una formazione diversa rispetto al passato. Non fanno più tutto, ma si specializzano. È uno sviluppo che non possiamo cambiare. Ma in Ticino mancano centri specializzati. Sa quanti medici abbiamo in Ticino che hanno una formazione approfondita sulla medicina prenatale?” ha chiesto Gyr ha Sergi. “Zero” la risposta. “Abbiamo bisogno di questi specialisti per garantire delle cure anche in futuro. Sono contento che Sergi è soddisfatto dei nostri attuali servizi, ma dobbiamo guardare al futuro, non al passato. Venti anni fa gli italiani venivano da noi a far partorire i loro figli. Ora non più. Abbiamo perso terreno". 

Dal canto suo Fransioli non sminuisce l’importanza di creare centri di riferimento per cure specialistiche, ma critica lo smantellamento delle cure di base nelle regioni periferiche. “È giusto che ci siano centri di riferimento per le problematiche complesse. Ma trovo sia importante che ospedali come Faido e Acquarossa possano continuare a prestare i loro servizi di base, per evitare di intasare il resto del Cantone”.

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