Prima l’interpellanza, poi l’inchiesta e infine l’autosospensione. Per porre fine alla questione “incidente di Norman Gobbi” non resta che aspettare la fine del procedimento penale, aperto dal Ministero Pubblico questa settimana contro l’agente della polizia cantonale intervento sul luogo del sinistro e contro ignoti. Dopo le reazioni della politica prima e degli editoriali subito dopo, laRegione ha interpellato anche i sindacati di polizia, i quali – logicamente – non si sbilanciano. Per quanto riguarda gli interrogatori, stando a quanto anticipato dal Corriere del Ticino questi non dovrebbero iniziare prima di qualche giorno, probabilmente dopo la settimana di Pasqua.
OCST
Il foglio Bellinzonese ha dapprima chiesto un parere sulla vicenda al presidente di Ocst – Funzionari di polizia Alessandro Polo il quale ha subito invocato prudenza sottolineando come sia ancora in corso un’inchiesta della magistratura. Di conseguenza esprimersi ora sarebbe prematuro. Tuttavia, il sindacato ha comunque riconosciuto la complessità di questa situazione e delle possibili conseguenze in cui potrebbe incorrere l’agente di polizia sotto indagine.
Fsfp
Dopo Ocst è stato il turno del presidente della sezione ticinese della Federazione svizzera dei funzionari di polizia (Fsfp) Ivan Cimbri, il quale a sua volta ha ammesso di preferir attendere – come tutti – le conclusioni dell’inchiesta in corso. Cimbri ha spiegato alla Regione di avere la massima fiducia nella magistratura e nella polizia e si dice convinto che il Ministero pubblico riesca a fare luce sull’intera faccenda, possibilmente in tempi ragionevoli. La preoccupazione principale riguarda infatti la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni
Vpod-Polizia
Il presidente ad interim del sindacato Vpod-Polizia Joël Scaglia - e sergente capo della Polizia cantonale – ha a sua volta sottolineato come sia l’opinione pubblica sia il corpo della Polizia cantonale si aspettano che la magistratura faccia piena luce su quanto accaduto, confidando sempre nell’operato del MP.
Galusero: “Storie che non fanno bene all’immagine corpo di polizia”
Oltre ai sindacati di polizia, a parlare con il quotidiano Bellinzonese c’è anche stato Giorgio Galusero, già ufficiale della Polca e per 16 anni deputato in Gran Consiglio. Galusero spiega che gli interrogativi che ruotano attorno a questa strana vicenda sollevano inevitabilmente una certa risonanza mediatica che non fa bene all’immagine del corpo di polizia cantonale. L’ex ufficiale non ha poi voluto commentare la richiesta di Fiorenzo Dadò – considerata “gravissima” – posta ai funzionari dirigenti (comandane incluso) che si sono occupati del caso, ovvero di valutare l’autosospensione fino alla fine del procedimento.