Ticino
Il nuovo presidente del Governo Christian Vitta: "La mia priorità è trasmettere sicurezza alla popolazione"
Redazione
10 giorni fa
Oggi, mercoledì, al Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, si è tenuto il tradizionale cambio di presidenza del Consiglio di Stato ticinese: Christian Vitta, il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) ha assunto la carica per il secondo anno della Legislatura 2023-2027, subentrando al collega e direttore del Dipartimento della socialità e della sanità (DSS) Raffaele De Rosa. Ticinonews ha intervistato il neopresidente.

Stiamo vivendo un momento complesso sul piano internazionale con i conflitti e le guerre: con che spirito affronta quest'anno?

"Con la consapevolezza che sono anni impegnativi. Dalla pandemia abbiamo avuto un susseguirsi di eventi che hanno messo sotto forte pressione la società, il ritorno della guerra vicino a noi, l'inflazione che è tornata in maniera importante, un aumento degli interessi, e tutto questo ha messo sotto pressione la società in maniera Importante. Quindi c’è la consapevolezza che al più presto dobbiamo ritrovare una certa serenità nella nostra quotidianità. Noi come Ticino siamo anche sotto gli effetti di questi cambiamenti geopolitici che stanno avvenendo a livello internazionale con anche il disegno di un nuovo ordine mondiale che sta cambiando determinati equilibri".

Il 9 giugno si vota sulla riforma fiscale e sulle misure di compensazione per gli affiliati all'istituto di previdenza del cantone: come gestirete questa campagna?

"Il Governo ribadirà il proprio sostegno a tutti e tre i temi, per i due che lei ha citato si tratta in fondo di mettere in campo due cose. Per la riforma tributaria abbiamo l'aumento del moltiplicatore cantonale dal 97 al 100% quindi sono circa 45 milioni e il popolo dovrà decidere se questi dovranno trasformarsi in un aumento generalizzato di imposte per tutti o se potranno essere utilizzati per delle compensazioni in vari ambiti contenuti nella riforma tributaria. Per quanto riguarda la cassa pensione la decisione riguarda lo Stato quale datore di lavoro, quindi dovremmo decidere se vogliamo garantire anche un sistema pensionistico che rimanga attrattivo per la funzione pubblica. Si tratta di due riforme strutturali, ponderate perché non vanno agli eccessi. Si tratta per la fiscalità di rientrare in una media nazionale e per quanto riguarda la cassa pensione di mantenere delle rendite in media con altre casse pensioni pubbliche e quindi in questo senso sono anche delle riforme ragionevoli".

Si vocifera che il preventivo 2025 sarà ancora più drammatico. Ci può dare qualche indicazione?

"Noi sappiamo che c'è un impegno da mettere per avere delle cifre che quadrano, ma la situazione oggi non riguarda solo il Cantone Ticino, riguarda altri Cantoni e la Confederazione in prospettiva anche futura. Da parte nostra stiamo lavorando affinché si riesca a correggere questa evoluzione, a far rientrare il disavanzo facendoci guidare da quello che è il meccanismo di freno e disavanzi, che è un meccanismo che ci mette dei paletti all'interno dei quali dobbiamo percorrere il cammino del risanamento. Il 2023 abbiamo visto ha chiuso meno peggio di quel che si pensava, questo evidentemente ha reso meno stretti questi paletti".

Sono state sollevate alcune critiche nei confronti del Consiglio di Stato per la poca presenza sulla scena pubblica, in particolare in merito alla questione del preventivo 2024. Come mai questa scelta?

"Di fronte alle tematiche si hanno diverse modalità di comunicazione e diverse tempistiche di comunicazione. Per quanto riguarda il preventivo 2024 abbiamo fatto una conferenza stampa di presentazione e siamo intervenuti quando era necessario, ma non possiamo nemmeno avere una iper presenza mediatica su determinati temi, quando anche il dossier poi passa in mano ad altri temi. Quindi da parte nostra continueremo a comunicare secondo modalità e tempistiche che si adattano in funzione delle tematiche. In fondo io questa sera sono qui vostro ospite proprio perché la volontà di comunicare è presente, ma bisogna tenere conto che ci sono momenti dove si deve comunicare e momenti dove l'importante è ascoltare".

La popolazione ha saputo dell’autosospensione del consigliere di Stato Norman Gobbi attraverso un vostro stringato comunicato stampa. Non una parola o dichiarazione da parte vostra. Come mai?

"Come detto in precedenza ci sono diverse modalità con cui si comunica, il comunicato stampa è una di queste. Nel caso concreto vi sono anche delle procedure in corso e quindi è anche giusto ponderare a livello di comunicazione".

In qualità di presidente qual è la sua priorità?

"La mia priorità è sicuramente quella di affrontare queste tematiche spinose e importanti con una giusta dose di razionalità, andando oltre anche alla polarizzazione e cercando di trasmettere un po' di serenità e tranquillità alla popolazione. Perché come diceva lei in un momento dove tutto è molto incerto e ci sono dei cambiamenti epocali che stanno avvenendo, perlomeno nella realtà locale ritengo che uno dei compiti della politica sia anche quello di dimostrare e di trasmettere sicurezza e tranquillità alla popolazione. Perché la popolazione ha anche bisogno di istituzioni che siano punti di riferimento, soprattutto a livello locale".

Lei trova che il clima politico nel nostro cantone nelle ultime settimane si sia deteriorato in maniera quasi preoccupante?

"C'era una scadenza elettorale legata alle elezioni comunali, quindi di fronte a delle scadenze elettorali il clima si infiamma sempre abbastanza. L'importante poi è riuscire a recuperare anche una certa tranquillità nei lavori anche politici perché il Paese ha bisogno anche di progressi e di soluzioni concrete che si raggiungono attraverso il dialogo e il confronto che deve rimanere nel campo costruttivo".