Ticino
Gobbi e Zali pronti allo scambio di Dipartimenti: pioggia di critiche dagli altri partiti
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 giorni fa
L'annuncio fatto dal Mattino ha colto di sorpresa gli altri partiti. Dadò: "Un'ammissione di fallimento". Riget: "Un'operazione di marketing".

Ha suscitato un’ondata di reazioni l’annuncio, apparso ieri su il Mattino della domenica, di un possibile scambio di Dipartimenti tra i due consiglieri di Stato leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali. Secondo il domenicale, i due sarebbero pronti a invertire i ruoli: Gobbi passerebbe dal Dipartimento delle istituzioni (DI) a quello del territorio (DT), mentre Zali farebbe il percorso opposto. L’informazione è stata pubblicata senza una conferma ufficiale da parte della Lega o dei diretti interessati, che al momento hanno semplicemente rinviato a quanto scritto sul giornale di partito dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri. Tuttavia, secondo il Mattino, i due consiglieri avrebbero già informato i colleghi di Governo la scorsa settimana. Lo scambio, per diventare effettivo, richiederebbe comunque l’approvazione a maggioranza del Consiglio di Stato.

Dadò: "Un'ammissione di fallimento"

Le reazioni degli altri partiti, raccolte dal Corriere del Ticino, non si sono fatte attendere. A prevalere sono i toni critici, soprattutto per le modalità scelte dalla Lega e per il tempismo. Fiorenzo Dadò, presidente del Centro, parla senza mezzi termini di un’"ammissione di fallimento": "Tutti i progetti che hanno cercato di portare avanti sono falliti. Solo per citarne alcuni: la riforma della Giustizia, Ticino 2020, per Gobbi. Il collegamento A2-A13, i sorpassi stratosferici sul tram-treno, la circonvallazione Agno-Bioggio per Zali. E ora, stanno tentando di usare le istituzioni per fare i propri interessi personali". Dadò accusa inoltre la Lega di aver tradito lo spirito della collegialità: "Per un cambio simile, sembra ovvio, dovrebbe esserci l’avallo unanime del Consiglio di Stato. Se così non fosse - e se la decisione venisse presa a maggioranza - sarebbe una prevaricazione e significherebbe la fine della collegialità e un disastro per il prosieguo della legislatura, in primis per il difficile risanamento delle finanze cantonali e il preventivo in allestimento".

Riget: "Un'operazione di marketing"

Anche Laura Riget, co-presidente del PS, definisce la mossa un’operazione di “marketing elettorale”: "Si tratta di un tema delicato, che come tale andava discusso con il Consiglio di Stato nella sua totalità. E soprattutto nei gremi opportuni, anche perché la decisione non può essere presa dai due ministri, né dalla Lega. E sicuramente non da il Mattino della domenica". La socialista si interroga inoltre sulla coerenza delle scelte: "Zali ha sempre dimostrato di avere una certa sensibilità ambientale, la avrà anche Gobbi?" Quanto a Zali, "trovo un po’ semplicistico pensare che possa portare un miglioramento soltanto perché professionalmente è stato attivo nella Giustizia. Ricordo, tra l’altro, che appena una settimana fa ha scritto un articolo su il Mattino della domenica mettendo in dubbio l’elezione di una giudice al Tribunale d’Appello". Un articolo giudicato da Riget "inopportuno", sia per il ruolo ricoperto da Zali, sia considerando la separazione dei poteri.

Speziali: "Una decisione che rompe gli schemi"

Anche il PLR, con il presidente Alessandro Speziali, osserva che l’arrocco rompe le consuetudini istituzionali: "Probabilmente la Lega aveva bisogno di stimoli nuovi, di rimescolare le carte per rilanciarsi. Si tratta senza dubbio di una decisione che rompe gli schemi. Evidentemente, i due interessati ne sentivano la necessità. Mi aspetto però che sia anche utile al Paese: Comuni più autonomi, Giustizia riformata e gestione del territorio meno rigida".

Morisoli: "Intesa a rischio se Zali si ricandida"

Dal canto suo il capogruppo UDC Sergio Morisoli ha ribadito che l'intesa è a rischio se Zali si ricandida. "Dal punto di vista tattico, che sia alla testa di uno o l’altro dipartimento non modifica le cose". Il vero nodo è la sua eventuale ricandidatura (non ancora confermata), aggiunge Morisoli. "Entro la fine dell’anno la Lega dovrà far sapere se anche lei vuole continuare l’alleanza. E tutti sanno che Zali non si riconosce nell’UDC, e che l’UDC non si riconosce in Zali". In merito all'arrocco, Morisoli non nasconde il suo scetticismo. "Mi chiedo per quale motivo sia utile al Paese. E poi perché farlo proprio adesso? Significa che c’è qualcosa che non quadra: è l’ammissione del loro fallimento nel portare avanti i grossi progetti?"