Ticino
“Ancora oggi mi chiamano signora Pina”
Redazione
2 anni fa
Attrice poliedrica che ha lavorato con i grandi maestri del cinema italiano e internazionale, Milena Vukotic ancora oggi resta nota ai più come la moglie del ragionier Fantozzi. L’abbiamo intervistata a margine di Castellinaria a Bellinzona, dove ha ricevuto il premio del cinema giovane

Dolce, esile, leggera, versatile, una donna di classe. Queste alcune delle definizioni date nel tempo a Milena Vukotic, attrice dalla ricchissima carriera cinematografica e teatrale oltre che storica interprete de “la Pina”, la moglie del ragionier Fantozzi. Un personaggio forse riduttivo - per chi è stata abituata a lavorare con maestri come Buñuel, Monicelli, Strehler, Zeffirelli, Fellini, Wertmüller, Tarkovskij, o Scola - ma che le ha dato la notorietà al grande pubblico e che di fondo è contenta di aver “incontrato”. Ticinonews l’ha intervistata nell’ambito della trentaquattresima edizione di Castellinaria, il festival del cinema giovane di Bellinzona.

Come si trova in queste definizioni?
“Mi riconosco forse nell’aggettivo ‘versatile’, perché fa parte del nostro modo di vivere. Abbiamo delle maschere ed è la parte più divertente quella di cercare di cambiare maschera. È questo che mi dà molta gioia e che cerco di portare avanti”.

Cosa ha significato per lei lavorare con registi del calibro di Bertolucci, Zeffirelli, Fellini, Scola... cosa ha imparato?
“Sono stata testimone di grandi uomini di teatro e grandi artisti che mi hanno portato continuamente delle nuove emozioni nell’affrontare il nostro lavoro, all’insegna anche di una certa tecnica, disciplina e consapevolezza”.

Lei è stata definita anche una grandissima caratterista.
“Ogni volta cerco di dare un carattere al personaggio, ciascuno con la propria consapevolezza esprime e dà un colore a chi interpreta. Forse questo vuol dire essere caratteristici, dare un carattere a dei personaggi apparentemente ‘normali’, che poi però si distinguono per qualcosa di diverso”.

A un certo punto della sua carriera è successo uno stravolgimento: l’incontro con Paolo Villaggio e con il ragionier Fantozzi.
“L’incontro con Paolo è stato speciale, in quanto lui ha subito messo le mani avanti che non bisognava avere velleità di bellezza. Che alla fine eravamo quasi come dei cartoni animati e che questo era il senso dell’espressione di questi personaggi”.

Poi lei però è diventata popolarissima, grazie anche a questo ruolo. Ma non è stata un po’ ingombrante “la Pina” nella sua vita, quando lei è stata un’attrice di caratura in altri contesti?
“All’inizio sì, sentivo un pochino di essere stata messa in uno schema, però dopo mi sono pian piano abituata. Ancora adesso mi chiamano ‘signora Pina’, per strada, però è qualcosa che ho superato e sono molto felice di questo incontro, di questo personaggio, e rimpiango che non ci sia più Paolo che considero un grandissimo”.

Quanto Fantozzi c’era un Paolo Villaggio?
“Io credo che lui abbia sempre considerato che tutto sommato siamo un po’ tutti dei Fantozzi, siamo un po’ tutti dei personaggi fuori dalle righe. Fantozzi, Pina e tutti i personaggi attorno a loro sono personaggi deformati, però alla base siamo tutti un po’ così”.

Lei ha poi recitato ne “Il medico di famiglia”, sulla Rai, con un altro comico: Lino Banfi...
“Sì, che è tuttora un altro bellissimo incontro. Nella serie sono una signora molto snob che fa finta di essere quello che non è, perché anche lei ha avuto una grande sofferenza che poi ha camuffato con un modo di essere, con i vestiti e l’apparenza”.

Quali sono i progetti per il futuro di Milena Vukotic?
“I progetti sono per il momento teatrali. Faccio tre serate all’auditorium a Roma di una favola di Ostrovskij, musicata da Tchaikovskij e diretta da un maestro russo che mi piace molto, perché essendo figlia anche di musicisti mi piace molto fare cose legate alla musica. Nel progetto faccio la voce recitante della fanciulla di neve. Poi comincerò le prove di ‘A spasso con Daisy’, con cui verremo anche in Svizzera, a Locarno, alla fine di gennaio”.

Concludendo, lei riceve oggi il premio del cinema giovane. Che significato ha per lei?
“È importantissimo, prima di tutto perché ricevere un premio è molto incoraggiante. Poi il fatto che sia del cinema giovane: il cinema giovane è quello all’insegna del progresso e del futuro, speriamo positivo, che dobbiamo cercare di sviluppare continuamente”.

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