L'associazione vorrebbe restare a Muzzano. Ma sta valutando altre sedi. Boneff: "Non vogliamo chiudere"
Mentre Enzo Crotta resta in attesa di vedere gli sviluppi della situazione per capire se e come portare avanti la sua azienda agricola di Muzzano dopo il travolgente servizio televisivo di Patti Chiari, anche l'associazione L'Orto, da sempre attiva in collaborazione con Crotta, sta valutando il da farsi.
Perché anche l'associazione, che attualmente impiega una cinquantina di detenuti a fine pena e di altre persone in difficoltà, nonché cinque impiegati fissi, si trova confrontata con l'importante calo di vendite che ha fatto seguito alla diffusione del servizio.
In un'intervista al Corriere del Ticino, il presidente Armando Boneff afferma che la sua associazione vorrebbe continuare a collaborare con l'azienda di Muzzano, ma che sta comunque valutando delle alternative. Boneff spiega poi che negli anni l'importanza di Crotta per L'Orto è calata. Agli inizi l'imprenditore aveva praticamente l'esclusiva sui prodotti dell'associazione, mentre "da un paio di anni Crotta è un'acquirente di minoranza, diciamo che garantisce attorno al 20% delle nostre entrate."
L'Orto sarebbe quindi pronto ad andare avanti anche senza Crotta. L'importante, dichiara Boneff, è salvare il progetto di reinserimento professionale. "Certo, non vogliamo chiudere" conclude Boneff.
Dopo la messa in onda della puntata di "Patti Chiari", Bang, Beretta Piccoli e Corti chiedono lumi sui controlli
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sly ha scritto:
Rende il sociale vero Boneff ???
19 mag 2017 14:28
canieporci ha risposto:
Altroché !
20 mag 2017 01:03
kopflos ha scritto:
Perchè non gli comperate la ditta e fine della storia? Tanto Crotta è vicino alla pensione.. e dategli le sue abituali mansioni ma come vostro impiegato per lui e i suoi impiegti
+1 19 mag 2017 09:06
canieporci ha risposto:
M150 ha ragione ! Tutto vero come i programmi occupazionali fatti ad arte per ingrassare i soliti amici degli amici !
20 mag 2017 01:06
m150 ha risposto:
@anbe: se dopo anni di prigione (che giustificano il reinserimento) questi hanno ancora problemi d'alcol e droga, significa che la prigione è un albergo ed ha fallito il lato correzionale. Resta che i soldi delle misure attive andrebbero spesi per inserire i disperati (disoccupati/carcerati) nel mercato del lavoro, non per ammucchiarli tra loro in contesti "ameni" a fare lavori di scarsa redditività...
19 mag 2017 17:05
m150 ha risposto:
@sly: Il disagio c'è, non si puo' negare, ma è un sintomo dei tanti problemi che affliggono il cantone. Gli esperti più che altro gestiscono e si tengono stretti i "casi" anche più del necessario per giustificare il loro posto di lavoro.
19 mag 2017 16:53
sly ha risposto:
Problemi d'alcool e di droga?? All'Orto? Ma dai non diciamo stupidate. Dietro a questi "progetti" c'è un business pazzesco! Nella prossima vita giuro che aprirò un servizio di sostengo al disagio, chiederò soldi al Cantone e se non dovesse esserci il disagio farò in modo di crearlo. In questo paese è pieno di esperti nel creare il disagio!
19 mag 2017 14:34
ame ha risposto:
M150 tROVA DITTE "VERE" CHE ASSUMANO GENTE CON PROBLEMI D'ALCOOL O DROGHE. A PAROLE FACILISSIMO....NEI FATTI TI VORREI VEDERE A CERCARNE ALMENO UNA!!!!
19 mag 2017 13:37
m150 ha risposto:
...o piuttosto perché non chiudere anche l'Orto. Reinserire qualcuno significa metterlo tra la gente, mica disperderlo tra serre e campi. A me sembra che l'Orto sia un po' come i piani occupazionali: un modo furbo per dirottare nelle tasche di associazioni/società private i soldi che lo stato mette a disposizione per persone in difficoltà... Sia l'Orto che Caritas, per fare il loro lavoro dovrebbero piazzare la gente in realtà lavorative 'vere' non segregarle nei loro possedimenti.