I primi risultati del "Piano d'azione sui prodotti fitosanitari" sono positivi e le misure adottate dall'agricoltura hanno permesso di ridurre i rischi per l'ambiente. Il divieto di alcuni principi attivi sta però creando problemi per alcune colture, stando al rapporto intermedio adottato oggi dal Consiglio federale. Il Piano d'azione, varato nel 2017, si prefigge di dimezzare in dieci anni i rischi legati all'utilizzo di associati di prodotti fitonsanitari, come pesticidi e insetticidi, per le acque superficiali, le acque sotterranee e gli habitat seminaturali.

Il rischio di contaminazione delle acque sotterranee è già stato ridotto del 50% e anche per le acque superficiali si delinea un'evoluzione positiva, stando al rapporto. I progressi per quanto riguarda gli habitat seminaturali sono modesti, ma le misure complementari introdotte nel 2023 consentiranno di raggiungere gli obiettivi sanciti dalla legge entro il 2027, precisa un comunicato. Otto degli undici obiettivi fissati nel piano d'azione nazionale sono già stati raggiunti o lo saranno entro il 2027. Le vendite di prodotti particolarmente rischiosi, ad esempio, hanno potuto essere ridotte di oltre il 40% dal 2015.

Il ritiro dal mercato di diversi principi attivi ha però generato delle lacune importanti nella difesa delle colture, come nel caso del fipronil che veniva utilizzato contro il verme fil di ferro nella produzione di patate. In futuro la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare con la pressione crescente di nuovi parassiti, precisa ancora il Consiglio federale. Sono quindi necessarie "alternative efficaci per garantire una protezione sufficiente delle colture, assicurare la produzione di derrate alimentari sane e al contempo tutelare l'ambiente".