Lo studio
L'Islam attira molto i giovani, parecchie conversioni fra i minorenni
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Keystone-ats
13 giorni fa
Stando a uno studio, "il fenomeno delle conversioni riguarda anche i minori nella prima fase adolescenziale" e non sempre "i responsabili associazioni musulmane sanno come affrontare questa situazione".

L'Islam attira molto i giovani: le persone che decidono di convertisti abbracciando la fede di Maometto sono spesso degli adolescenti. È l'indicazione che emerge dagli studi - condotti anche in Ticino - di Federico Biasca, ricercatore presso il Centre suisse Islam e société (CSIS) dell'università di Friburgo, che ha affrontato un tema finora poco studiato in Svizzera.

La realtà rossocrociata

Non si dispone di cifre statistiche precise sulle conversioni, spiega l'esperto in un'intervista pubblicata oggi da La Liberté. La stima è però che il 2-3% 400'000 musulmani che vivono nella Confederazione siano convertiti. "Non posso stabilire dei profili tipici, ma possiamo individuare delle tendenze. Si tratta spesso di giovani, a volte di adolescenti minorenni, emerge dalle interviste che ho condotto con 15 associazioni in Romandia e in Ticino. Nel caso di conversioni sotto i 16 anni, le moschee e le associazioni devono chiedere il consenso dei genitori".

"Una sorpresa"

È rimasto stupito - chiede il giornalista - dalle conversioni degli adolescenti? "Sì, è una delle sorprese della mia ricerca", risponde l'intervistato autore del testo "La prise en charge des personnes converties à l'islam par les associations musulmanes en Suisse latine", consultabile sul sito dell'ateneo. "Sapevo che il fenomeno delle conversioni riguardava molti giovani adulti, ma non i minori nella prima adolescenza. I responsabili delle associazioni musulmane sono a loro volta sorpresi e non sempre sanno come affrontare questo fenomeno. Alcuni convertiti sono già in contatto con musulmani della loro cerchia e altri fanno una ricerca più personale, a volte dopo un viaggio in un paese a maggioranza musulmana o dopo aver letto dei testi".

Chi si converte

Le associazioni musulmane fanno proselitismo per incoraggiare i convertiti? "In genere, i giovani che bussano alla porta di una moschea hanno già l'idea di convertirsi. A volte sono già entrati nella religione e vogliono legittimare la loro fede fondando un'associazione. Sappiamo che all'interno dell'Islam ci sono tendenze più proselitiste di altre, e alcune hanno il potenziale per cercare nuovi adepti. Ma per coloro che hanno accettato di partecipare a questa ricerca si tratta piuttosto di arrivi spontanei".

"La conversione a una religione è spesso vista con un sospetto"

Come vengono percepite queste conversioni dalle persone che le circondano? "Nell'odierna società svizzera, fortemente laica, la conversione a una religione è spesso vista con sospetto, o addirittura come un problema", risponde Biasca. "Il fatto che si tratti di una religione che ha suscitato molte controversie in Europa negli ultimi due decenni rende il processo ancora più inquietante. I convertiti possono anche mostrare un certo zelo nell'applicare i precetti della loro nuova religione, facendo più di quanto richiesto ai fedeli, rendendosi 'più papisti del Papa'. Questo è particolarmente vero all'inizio del processo di conversione. Ciò può essere talvolta interpretato da chi li circonda come un atteggiamento di radicalizzazione".

Il ruolo delle Associazioni musulmane

In tal senso le associazioni musulmane hanno un ruolo da svolgere. "L'aspetto istituzionale è importante per prevenire le derive. Le associazioni hanno un compito da svolgere nell'incanalare i giovani che potrebbero essere influenzati da messaggi radicali, ad esempio attraverso le reti sociali, e nel prevenire la radicalizzazione. Sappiamo che i neo-convertiti sono particolarmente presenti nei gruppi radicali, sia violenti che non violenti. Ma è importante non confondere la conversione con questo tipo di aberrazioni, che sono ancora molto rare".

L'atto di fede

Si dice che sia facile convertirsi all'Islam. "L'atto rituale di adesione all'Islam è in effetti semplice: la shahada, o attestazione, è una semplice formula che deve essere recitata in presenza di due testimoni per essere valida", spiega lo specialista. Ma per essere considerati musulmani sono necessarie molte cose. "L'apprendimento degli articoli di fede, la pratica delle preghiere, i gesti e le formule rituali costituiscono il nucleo degli insegnamenti delle 15 associazioni analizzate. Tuttavia, il modo in cui questi insegnamenti vengono trasmessi varia all'interno di ogni movimento e di ogni associazione. Va inoltre sottolineato che le persone che si convertono all'Islam passano molto tempo a doversi giustificare. In genere, una giovane donna che inizia a portare il velo viene interrogata a livello sociale. A volte è una sfida spiegare la propria scelta religiosa, e non c'è nulla di facile nella conversione da questo punto di vista.

L'accoglienza

Come vengono accolti i nuovi convertiti nelle associazioni? Quelli che io chiamo gli 'agenti di conversione' all'interno delle associazioni, spesso l'imam o una persona designata come referente, a volte mostrano un atteggiamento che si potrebbe definire 'ecumenico'. Presentano l'Islam come una via di accesso alla verità tra le altre e pongono questa religione sullo stesso piano delle altre. Altri agenti, invece, hanno un discorso più esclusivo, presentando l'Islam come una religione superiore alle altre. A volte lo fanno squalificando altri movimenti religiosi".

L'invito alle Associazioni: "Accompagnate i nuovi convertiti"

"Per gli attori religiosi, sarebbe auspicabile tenere maggiormente conto delle identità fluttuanti dei nuovi convertiti", si dice convinto Biasca. " Questi convertiti possono trovarsi in un complesso stato di transizione, in contrasto con la loro eredità familiare, ma non ancora riconosciuti dalla comunità ospitante. Questo ovviamente non vale per tutti i convertiti. Incoraggerei le associazioni a prendere in considerazione l'idea di accompagnarli, ma anche di invitare i loro parenti stretti e di coinvolgere i loro genitori, soprattutto all'inizio", conclude l'accademico.