"Dopo la nuova perdita di potere d'acquisto subita nel 2023 i salari reali sono ormai scesi a un livello più basso di quello del 2015": lo denuncia l'Unione sindacale svizzera (USS), che accusa i datori di lavoro di aver trattenuto i meritati aumenti di stipendio che sarebbero dovuti andare al personale. L'anno scorso gli stipendi sono calati ancora dello 0,4% al netto dell'inflazione, ricorda in una nota l'associazione prendendo posizione sulle ultime comunicazioni odierne dell'Ufficio federale di statistica (UST). "E questo sebbene l'andamento economico sia stato eccellente e molte aziende abbiano registrato profitti record".
Il terzo calo consecutivo
"Questo calo è il terzo consecutivo: non era mai successo dall'inizio delle statistiche dopo la Seconda guerra mondiale. I salari reali sono ora più bassi rispetto al 2015, con una contrazione particolarmente forte nel settore postale (-3,7%), dove il Consiglio federale avrebbe dovuto regolare le retribuzioni".
"Il divario salariale è ormai enorme"
Secondo l'USS i datori di lavoro hanno negato ai loro dipendenti gli aumenti che avrebbero meritato. In passato le buste paga sono cresciute più o meno in linea con la produttività - l'indice dei salari è aumentato dello 0,9% all'anno tra il 2005 e il 2015 - e anche in seguito i lavoratori hanno contribuito in modo significativo alla crescita dell'economia, ma non hanno più ottenuto progressioni retributive. "Oggi gli stipendi dovrebbero essere più alti di circa il 7% in termini reali rispetto al 2015". Il divario salariale è ormai enorme, conclude l'organismo sindacale.