Banche
Assemblea degli azionisti, Petruzzella: "Un anno fondamentale non solo per UBS"
Redazione
9 giorni fa
Durante l'assemblea degli azionisti di UBS a Basilea sono stati approvati i bilanci e le remunerazioni, nonostante le critiche al compenso di 14,4 milioni di franchi di Sergio Ermotti. L'integrazione con Credit Suisse procede, ma resta da affrontare la complessa riorganizzazione e la gestione del personale.

All’assemblea degli azionisti di UBS a Basilea sono state approvati ieri i bilanci, le remunerazioni e il rapporto di sostenibilità. Non sono comunque mancate le critiche, in particolare sul compenso di Sergio Ermotti, pari a 14,4 milioni di franchi per 9 mesi di lavoro. Il CEO della banca, da parte sua, ha voluto garantire agli svizzeri che i rischi del colosso bancario non sono sulle spalle dei contribuenti. A Ticinonews ne abbiamo parlato con Alberto Petruzella, presidente dell'Associazione bancaria ticinese.

Qual è l'importanza di questa assemblea generale di UBS?

"È un anno che UBS su richiesta del Consiglio federale ha ripreso Credit Suisse ed è stato un anno fondamentale non solo per la banca, ma per la piazza finanziaria e per l'economia. Direi che sono stati molto bravi a tranquillizzare subito i clienti e il mercato e poi sono partiti con questa riorganizzazione. Oggi Ermotti ha detto che non è una corsa, ma una maratona. In effetti ci vorranno due o tre anni per riuscire ad arrivare in fondo a questo esercizio".

Come sta procedendo a suo avviso questa integrazione molto complessa anche per le dimensioni?

"Mi sembra che la strategia sia quella giusta e che si sia sulla buona strada. Però c'è ancora tantissimo da fare: da una parte mettere insieme le due piattaforme informatiche sarà un esercizio estremamente complicato e costoso e dall’altra bisogna gestire il personale, che sta vivendo dei momenti di incertezza fino a quando non si saprà esattamente ognuno che posto troverà nella nuova banca".

Alcuni piccoli azionisti hanno fatto rumore durante l’assemblea. È una prassi o si tratta di un caso eccezionale?

"Succede sempre. È anche folcloristico che qualcuno si alzi per fare le sue osservazioni, che magari sono anche del tutto giustificate. Il rapporto di esercizio è stato approvato dal 99% degli azionisti, quindi mi sembra che ci sia stato un buon consenso sull'attività della banca".

Per quanto riguarda le remunerazioni, il rapporto è stato approvato nella misura dell'83,5%, ma diversi rappresentanti hanno palesato il loro sconcerto per il compenso ottenuto da Ermotti nel 2023.

"Io posso capire che il cittadino comune rimanga basito quando si parla di milioni e miliardi. Dall'altra parte se parliamo di un CEO di una banca dobbiamo confrontare quelli che sono gli stipendi delle persone che fanno lo stesso mestiere. Ermotti è uno dei CEO meglio pagati di tutta Europa, ma sicuramente percepisce 20 milioni in meno dei suoi omonimi negli USA. Ogni tanto rimango sorpreso da come la gente si infiammi quando si parla dello stipendio di qualcuno che tutto sommato ha la responsabilità di 100'000 posti di lavoro e non fa una piega quando sente che Lautaro Martinez guadagnerà 9 milioni, o che Roger Federer negli anni migliori portava a casa 100 milioni. Taylor Swift ha accumulato un miliardo, per cui se vogliamo parlare della retribuzione di queste star nelle loro attività facciamolo, però mi sembra che ogni tanto ci sono due misure e anche poco rispetto per qualcuno che fa un lavoro complesso, forse il più complesso nella piazza finanziaria mondiale.

E anche vero che se Taylor Swift fallisce le conseguenze non se le accolla uno Stato. In questo caso ci sono state anche delle garanzie pubbliche e una certa indignazione è arrivata anche per questa ragione.

"Si può capire, ma UBS ha restituito le garanzie molto velocemente proprio anche per sottrarsi da queste polemiche. E adesso l'importante è che in futuro si eviti di ritrovarsi in una situazione come quella di Credit Suisse".

Tra le altre preoccupazioni ci sono i rischi determinati da una sola grande banca che opera sul territorio. Ermotti ha rassicurato la popolazione. Sono sufficienti queste rassicurazioni?

"Quello che abbiamo imparato dal caso Credit Suisse è che è certo importante che una banca sia ben capitalizzata e che abbia liquidità, ma alla fine la differenza la fa la fiducia che hanno i clienti e quindi è importantissimo che la banca abbia una strategia chiara, che gestisca i rischi in modo corretto e soprattutto che le persone ai vertici siano all'altezza. Purtroppo in Credit Suisse abbiamo visto che il consiglio di amministrazione, ma gli stessi azionisti, non sono intervenuti nonostante per anni si facevano le cose sbagliate e le persone erano inadeguate. Oggi in UBS mi sembra di poter dire che la strategia è chiara, le persone sono competenti però bisognerà fare attenzione che anche in futuro si continui su questa strada e quindi la banca sia gestita bene da persone che sanno farlo".

Cosa può fare la politica per cercare di mettere in sicurezza non solo la banca, ma una nazione?

"Si tratta di fare in modo che le regole che sono alla testa del sistema finanziario siano adeguate. Abbiamo visto che il Consiglio federale ha delle proposte importanti, stupisce che la maggior parte delle regole tocchino anche tutte le altre banche che di questi problemi non sono mai state coinvolte. Le regole tecniche ci vogliono, ma poi bisogna avere anche il coraggio di intervenire quando si vede che la strada è stata persa. Quello che non è stato fatto in passato e quello che bisognerà fare in futuro".

Sul ruolo della FINMA invece cosa pensa?

"Io penso che la FINMA non si può autoassolvere, non può dire di aver fatto tutto bene perché se lo avesse fatto non saremmo arrivati qui. Evidentemente è un compito difficile, ma in futuro bisognerà fare in modo che abbia gli strumenti, ma anche il coraggio di utilizzarli, perché in passato sono stati un po' forti con i piccoli e con i grandi hanno avuto un po' paura ad intervenire e lo hanno fatto troppo tardi".

C'è spazio per avere un'altra seconda grande banca che possa competere con UBS o la situazione rimarrà cristallizzata così come la conosciamo?

"UBS deve competere deve con le grandi banche a livello mondiale quando parliamo di Private Banking, mentre in Svizzera non c'è la necessità di avere una seconda grande banca. Ci sono le banche cantonali, regionali che fanno un ottimo lavoro. Per rispondere alla necessità del cittadino svizzero il sistema finanziario che abbiamo va benissimo. Abbiamo bisogno di una grande banca perché quando le grandi aziende vanno verso i mercati internazionali è importante avere qualcuno che appoggia anche queste attività".