Ecologia
Oggi è l'Earth Day 2024, la rivendicazione dell'ONG: "Ridurre la plastica del 60% nel 2040"
©Gabriele Putzu
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Keystone-ats
13 giorni fa
La Giornata, che si celebra in tutto il mondo, è nata nel 1970 negli Stati Uniti, su iniziativa di politici ed attivisti locali.

"Planet vs. Plastics", "Il Pianeta contro la plastica". È questo il tema della 54esima edizione della Giornata mondiale della Terra (Earth Day), che si celebra oggi, lunedì 22 aprile. La ONG americana che organizza l'evento, Earthday.org, chiede una riduzione del 60% della produzione di tutte le plastiche nel 2040. Nato nel 1970 negli Stati Uniti su iniziativa di politici ed attivisti locali, l'Earth Day ha poi preso piede anche nel resto del mondo.

“Una chiamata alle armi”

“La parola ambiente significa ciò che ti circonda. Nel caso della plastica, siamo diventati il prodotto stesso: scorre attraverso il nostro flusso sanguigno, aderisce ai nostri organi interni e trasporta con sé metalli pesanti noti per causare cancro e malattie. Ora questo prodotto, un tempo ritenuto straordinario e utile, è diventato qualcos’altro e la nostra salute e quella di tutte le altre creature viventi sono in bilico”, ha affermato Kathleen Rogers, presidente di Earthday.org. “La campagna Pianeta vs. Plastica è una chiamata alle armi, una richiesta di agire ora per porre fine alla piaga della plastica e salvaguardare la salute di ogni essere vivente sul nostro pianeta”.

Consapevolezza sui danni causati dalla plastica

Per raggiungere una riduzione del 60% entro il 2040, l'ONG ha una serie di obiettivi importanti: il primo è quello di promuovere una diffusa consapevolezza pubblica del danno arrecato dalla plastica alla salute, non solo umana, ma anche animale e di tutta la biodiversità. La plastica, infatti, costituisce un problema ambientale imminente, perché quando si decompone in microplastiche questa rilascia sostanze chimiche tossiche sia nelle fonti di cibo e acqua sia nell’aria che respiriamo. Oggi, la produzione di questo materiale è cresciuta fino a superare le 380 milioni di tonnellate all’anno, al punto che negli ultimi dieci anni ne è stata prodotta di più che nell’intero XX secolo. In generale, l’industria della plastica prevede di crescere in modo esplosivo per un futuro indefinito.

Eliminare la plastica monouso

Un altro obiettivo che l’organizzazione si impone di realizzare è quello di eliminare rapidamente tutta la plastica monouso entro il 2030 e raggiungere l’impegno previsto dal Trattato delle Nazioni Unite sull’inquinamento da plastica nel 2024. Queste azioni sono di "fondamentale importanza in quanto solo lo scorso anno sono stati prodotti in tutto il mondo più di 500 miliardi di sacchetti di plastica, un milione di sacchetti al minuto". Molti oggetti di questo tipo hanno una “vita lavorativa” di pochi minuti, tuttavia la loro permanenza nell'ambiente dura per secoli. 

Fermare il problema del fast fashion

Infine, Earthday.org vuole chiedere delle politiche per porre fine alla piaga del fast fashion e all’enorme quantità di plastica che questa industria produce e impiega. Si parla di oltre 100 miliardi di capi di abbigliamento all'anno. La sovrapproduzione e il consumo eccessivo hanno trasformato la moda in un fenomeno "usa e getta". Oggi le persone acquistano il 60% in più di vestiti rispetto a 15 anni fa, ma ogni capo viene conservato solo per la metà del tempo. Circa l’85% degli indumenti finisce in discarica o negli inceneritori, e solo l’1% viene riciclato. Il fenomeno del fast fashion non è solo un problema ambientale "ma anche sociale: l’ingiustizia e la moda sono direttamente intrecciate, con condizioni di lavoro di sfruttamento, bassi salari, diffusione del lavoro minorile e una quasi totale mancanza di regolamentazione governativa".