La corrispondenza va distribuita in linea di principio a tutte le economie domestiche entro le 12.30, anche nelle regioni periferiche. Dopo la Camera del popolo, oggi anche il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione in tal senso del consigliere nazionale Martin Candinas (PPD/GR).

La maggioranza della commissione chiedeva di bocciare l'atto parlamentare del grigionese: le misure già intraprese dalla Posta sono sufficienti, ha spiegato il relatore commissionale Claude Janiak (BL/PS). Il gigante giallo si è già adoperato per consegnare i quotidiani entro mezzogiorno agli abbonati che vivono dove non c'è il recapito mattutino. Inoltre, ha aggiunto il basilese, inserire nella legge un termine di consegna imperativo limiterebbe inutilmente il margine di manovra della Posta.

Per il plenum le misure adottate dall'ex regia non sono però sufficienti. È necessario mantenere la pressione sulla Posta, in particolare per salvaguardare gli interessi delle zone periferiche che rischiano di essere penalizzare rispetto agli agglomerati urbani, ha sostenuto Claude Hêche (PS/JU). La maggioranza dei "senatori" lo ha seguito, approvando la mozione Candinas con 25 voti contro 14 e 2 astenuti.

Bocciata, invece, una seconda mozione di Candinas che chiedeva di vietare alla Posta di delocalizzazione impieghi all'estero (22 voti a 17 e un astenuto). Niente da fare nemmeno per la richiesta del consigliere nazionale Jakob Büchler (PPD/SG) di una migliore accessibilità degli uffici postali e dei servizi di pagamento, tenendo conto delle specificità regionali (mozione respinta tacitamente) e di quella di Ida Glanzmann (PPD/LU), che proponeva di innalzare da 500 a 5000 franchi il tetto massimo per i prelievi in tutti gli uffici (pure bocciata in modo tacito). Secondo gli Stati, gli obiettivi di questi tre atti parlamentari sono già stati raggiunti o lo saranno prossimamente.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata